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Draghi all'Economist: "Nell'Eurozona servono nuove regole e sovranità condivisa"

Economia
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L'ex presidente del Consiglio in un intervento nell'edizione online del giornale: "Tornare a prima della pandemia sarebbe il risultato peggiore"

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Nell'Eurozona servono "nuove regole e più sovranità condivisa", ha sottolineando l'ex presidente del Consiglio Mario Draghi in un intervento pubblicato sull'edizione online dell'Economist. "Le strategie che nel passato hanno assicurato la prosperità e la sicurezza dell'Europa, affidandosi all'America per la sicurezza, alla Cina per l'export e alla Russia per l'energia, sono diventate insufficienti, incerte o inaccettabili", ha afferma l'ex presidente della Bce, per il quale sul fronte delle politiche di bilancio "tornare passivamente alle vecchie regole sospese durante la pandemia sarebbe il risultato peggiore possibile".

Per Draghi ripartire da investimenti su transizione verde e digitale

Draghi mette dunque in guardia sul futuro del Vecchio Continente e sulla sua capacità di competere a livello globale. E lo fa mentre a Bruxelles si discute sulla riforma del Patto di stabilità e di crescita che potrebbe vedere presto la luce. Il suo messaggio è chiaro: senza un'azione rapida ed efficace sarà praticamente impossibile raggiungere obiettivi comuni come quelli sul fronte della lotta ai cambiamenti climatici o della sicurezza. Per questo per Draghi forgiare un'unione più coesa è l'unica strada per garantire il benessere dei cittadini europei. L'ex numero uno della Banca centrale europea sottolinea come gli shock provocati prima dalla pandemia poi dal conflitto in Ucraina e dalla conseguente crisi energetica abbiano prodotto in Europa una risposta comune impensabile fino qualche tempo fa, avvicinando le posizioni tra i Paesi più forti e quelli più deboli. Questa la base da cui partire, per una svolta che dia all'Unione europea una maggiore capacità di affrontare quelle sfide globali che richiedono "vasti investimenti in poco tempo": come la transizione verde o quella digitale.

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"Ridefinire politiche di bilancio della Ue e processi decisionali"

In particolare, la ricetta per l'ex presidente della Bce è superare quelle regole di bilancio e sugli aiuti di Stato che limitano la capacità dei singoli Paesi di agire in maniera indipendente. Non è così in America, ricorda Draghi, "dove l'amministrazione Biden sta allineando la spesa federale e gli incentivi fiscali al perseguimento degli obiettivi nazionali". Ma rilassare semplicemente le regole di bilancio e quelle sugli aiuti di Stato, permettendo agli Stati membri di accollarsi tutto il peso degli investimenti necessari, per Draghi sarebbe un approccio sbagliato. La via maestra - scrive l'ex presidente del consiglio - è invece quella di ridefinire il quadro delle politiche di bilancio della Ue e i processi decisionali. Dunque nuove regole che siano severe, per garantire finanze statali credibili nel medio termine, ma anche abbastanza flessibili, per permettere ai governi di reagire a shock imprevisti. E poi "trasferire più poteri di spesa al centro". E in vista di ulteriori allargamenti della Ue ai Balcani e all'Ucraina, Draghi invita ad "evitare di ripetere gli errori del passato, "espandendo la periferia senza rafforzare il centro": "Il rischio - assicura - è di annacquare la Ue piuttosto che rafforzare la sua capacità di agire".

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