Mutuo tasso fisso, quanto costa in più rispetto al 2022: il confronto

Economia
Vittorio Eboli

Vittorio Eboli

In meno di un anno – sono passati 10 mesi dal primo rialzo tassi della BCE, era luglio del 2022 – le condizioni per chi compra casa e accende un mutuo sono peggiorate in modo netto. E così velocemente che basta il rinvio di qualche settimana (tra documenti, appuntamento dal notaio per il rogito, ecc.) per ritrovarsi a dover pagare rate sempre più salate. Di quanto?

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A giugno dell’anno scorso, i tassi BCE erano ancora a zero, come da quasi un decennio. La serie di rialzi è stata così repentina da portarli al 3,75% in 11 mesi, con l’ultimo ritocco verso l’alto di 0,25% a maggio. E col possibile (probabile) ulteriore aumento di giugno, si potrebbe toccare quota 4%.

Per chi sta per comprare casa adesso, rispetto a chi l’ha acquistata solo un anno fa, una differenza enorme.

 

Rincari del tasso IRS, da 0,5% a 2,7% in un anno e mezzo

Parliamo di mutui a tasso fisso: le richieste, rispetto al variabile, stanno aumentando, e chi chiede oggi un mutuo indicizzato è una piccola minoranza; peraltro, molti di coloro che avevano scelto un variabile hanno surrogato, passando al fisso, per evitare di incappare in ulteriori aumenti dei tassi.

Il valore di riferimento, che serve da base di calcolo per le rate, è il tasso interbancario EuroIrs. Prendiamo quello a 25 anni: a inizio 2022, quando i tassi BCE erano a zero, viaggiava tra 0,5% e 0,6%. A maggio, nell’imminenza dell’inizio del ciclo di rialzi varato dalla BCE (il primo è stato a fine luglio), era già salito a 1,70%.

Un anno dopo, e siamo a maggio 2023, il tasso è arrivato all'attuale 2,7%. 

Tasso IRS maggio 23

Mutuo da 126mila euro: rata sale da 480 a 640 euro

Questi rincari spiegano l’aumento dei tassi offerti ai sottoscrittori di mutui a tasso fisso (prendiamo in considerazione il TAN, tasso annuale nominale), con un lieve calo che si registra nelle ultime settimane, dovuto però non all’IRS ma alla politica commerciale di alcune banche che stanno un po’ abbassando gli spread, ossia la parte percentuale che aggiungono all’IRS e tengono per sé.

Secondo una elaborazione di Sky Tg24, un mutuo a tasso fisso di 150mila euro e durata 20 anni, con spread della banca all’1,2%, stipulato a gennaio 2022 porta a una rata mensile di 744, stipulato oggi vede una rata salita a 909 euro al mese.

Ecco un’altra elaborazione, su un taglio leggermente più piccolo (126mila euro) ma durata più lunga, 25 anni, elaborata da Facile.it:

 

Mutui tasso fisso maggio 23

Moltiplicando queste reta mensile per la durata del finanziamento, si evince che a gennaio 2022 si doveva restituire circa 144mila euro, a maggio 2023, per uguale importo e durata, la cifra finale da rimborsare sarà superiore a 190mila euro.

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