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Ue, ecco la riforma del Patto di Stabilità: nuove regole e cosa cambia
Restano le soglie del 60% del rapporto debito/Pil e del 3% per il deficit, ma ogni Stato avrà un proprio piano dedicato per la riduzione del debito, su un percorso dai quattro ai sette anni. Eliminata la regola del ventesimo (ossia la riduzione ogni anno del ventesimo del debito sopra il 60%), semplificate le regole e le sanzioni saranno più lievi per renderle più applicabili. Ecco i punti della riforma del Patto di Stabilità nel dettaglio
La Commissione europea ha presentato i punti principali per riformare il Patto di stabilità e crescita dell'Unione. Le regole non saranno più le stesse per tutti, ma avranno una declinazione più articolata. Andiamo a vederle quali sono gli assi su cui la Commissione si è mossa per rivedere una delle regole fondamentali dell'Unione Europea, negli ultimi anni sempre più al centro delle polemiche
Restano le soglie del 60% del rapporto debito/Pil e del 3% per il deficit, ma ogni Stato avrà un proprio piano dedicato per la riduzione del debito, su un percorso dai quattro ai sette anni. È stata eliminata la regola del ventesimo (ossia la riduzione ogni anno del ventesimo del debito sopra il 60%); sono state semplificate le regole (non ci saranno più matrici o valutazioni annuali della Commissione ma ci sarà un singolo indicatore della spesa netta); le sanzioni saranno più lievi per renderle più applicabili (e verranno applicate più spesso).
In caso di mancata riduzione del debito si rischierà anche di perdere i fondi europei, compresi quelli del Recovery. Resta in vigore la clausola generale di salvaguardia che ha permesso di sospendere le regole del Patto durante la pandemia di Covid-19 (fino a fine 2023). Infine non è stata introdotta la 'golden rule' per escludere gli investimenti per il green e il digitale dalle maglie del debito.