Il governo studia il reclutamento di altro personale nella Pubblica Amministrazione per rispettare gli impegni del Piano Nazionale di Ripresa. Dai ministeri la richiesta di tremila posti e la stabilizzazione dei precari di Comuni e Regioni. Ma Palazzo Chigi frena perché bisogna verificare le coperture finanziarie
Ingegneri, architetti, statistici, informatici. Gli uffici pubblici hanno sete di lavoratori di questo tipo per mandare avanti il Piano Nazionale di Ripresa. L’anno scorso per queste figure professionali non si è riusciti a riempiere tutte le sedie e molti posti sono rimasti scoperti, con punte, in alcuni casi, del 70 per cento.
Nei Comuni penuria di personale
Le cose vanno male soprattutto nei Comuni e nelle Regioni, dove si contava di aprire le porte a 15mila fra tecnici ed esperti mentre, a fine 2022, ne risultavano entrati poco meno di 2.500. Numeri impietosi, dovuti a molti motivi. A partire dal tipo di contratto: di norma col Pnrr il reclutamento è a tempo determinato, l’orizzonte dunque non supera il 2026, anno in cui tutti i progetti finanziati in buona parte coi soldi europei (191,5 miliardi) dovrebbero essere portati a termine.
Lavoro a tempo e paghe basse
La prospettiva di lavorare solo per una manciata di anni non è molto allettante, inoltre le paghe non sono delle migliori, soprattutto per mestieri che il settore privato premia di più. A tutto questo, si somma la scarsità di competenze di chi già lavora nella Pubblica Amministrazione, soprattutto negli enti locali del Mezzogiorno.
Pesano i tagli del passato
Come ricorda la Corte dei Conti, l’età media è elevata (50 anni) tra il personale, anche perché nello scorso decennio c'è stato un sostanziale blocco delle assunzioni (nei Municipi il personale si è ridotto del 27% fra il 2007 e il 2020). Uno sbarramento alzato per risparmiare denaro pubblico e che rappresenta ancora un freno.
Nodo risorse
Il governo ha infatti messo le mani avanti di fronte all’ipotesi di tremila nuovi ingressi (oltre a quelli già previsti) entro il 2026 nella macchina statale e la stabilizzazione dei precari degli enti locali con più di 36 mesi di servizio. Bisogna prima vedere se ci sono soldi sufficienti e i numeri potrebbero essere molto ridimensionati, ha fatto capire Palazzo Chigi.