Bruxelles, tramite un portavoce, ha ribadito che il diritto dell'Unione europea sui servizi "richiede che le norme nazionali assicurino la parità di trattamento degli operatori, senza alcun vantaggio diretto o indiretto per alcuno specifico operatore, promuovano l'innovazione e la concorrenza leale, prevedano un'equa remunerazione degli investimenti effettuati e tutelino dal rischio di monopolio delle risorse pubbliche a vantaggio dei consumatori e delle imprese"
Un portavoce dell'esecutivo Ue, sottolineando la necessità di garantire "trasparenza e concorrenza leale" nel settore delle concessioni balneari, ha fatto sapere che la Commissione Ue valuterà ora attentamente il contenuto e gli effetti del provvedimento di proroga del governo Meloni, che non è stato ancora notificato, per valutare la risposta adeguata. Nel 2020 la Commissione aveva sottolineato che la legislazione italiana, che prorogava le concessioni fino al 2033 e vietava alle autorità locali di avviare delle gare pubbliche sulle concessioni in scadenza, violava il diritto Ue, creando incertezza giuridica nel settore dei servizi turistici e scoraggiando investimenti in un settore cruciale per l'economia del Paese, causando oltretutto una "significativa perdita di introiti" per lo Stato italiano.
"Il diritto Ue richiede parità di trattamento degli operatori"
"Abbiamo appreso dalla stampa - ha affermato - che la conversione in legge del decreto Milleproroghe, che prorogherebbe ancora - almeno fino al 31 dicembre 2024 - le attuali concessioni balneari in Italia, è stata promulgata dal presidente della Repubblica italiana con riserva, in particolare in relazione a 'profili di incompatibilità con il diritto europeo'". Bruxelles, tramite il portavoce, ha colto "l'occasione per ribadire che il diritto Ue" sui servizi "richiede che le norme nazionali assicurino la parità di trattamento degli operatori, senza alcun vantaggio diretto o indiretto per alcuno specifico operatore, promuovano l'innovazione e la concorrenza leale, prevedano un'equa remunerazione degli investimenti effettuati e tutelino dal rischio di monopolio delle risorse pubbliche a vantaggio dei consumatori e delle imprese".
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"Trasparenza e concorrenza stimolerebbero investimenti"
Il portavoce ha ricordato inoltre che "come indicato dalle recenti decisioni" legali "prese nei confronti del Portogallo (parere motivato di gennaio) e della Spagna" sulle concessioni balneari, "la Commissione ritiene che le legislazioni nazionali di tutti gli Stati membri debbano promuovere la modernizzazione del settore". La trasparenza e la concorrenza leale, ha aggiunto ancora l'esecutivo Ue, "darebbero certezza del diritto e stimolerebbero gli investimenti e l'innovazione sia per i concessionari esistenti che per i nuovi operatori nel settore chiave del turismo balneare".