L’Agenzia delle Entrate ha dato le indicazioni per i contribuenti che intendono chiudere le controversie con il Fisco. La domanda va presentata entro il 30 giugno 2023 per ciascuna lite autonoma pendente in ogni stato e grado del giudizio
Avete da chiudere qualche controversia con il Fisco? L'Agenzia delle Entrate spiega come, predisponendo il modello e le istruzioni per i contribuenti per presentare la domanda entro il 30 giugno 2023. Entro lo stesso termine deve essere pagato l’intero importo per la definizione o, in alternativa, se ammesso il pagamento rateale, la prima rata (è previsto un massimo di 20 rate trimestrali di pari importo).
I termini
Le liti fiscali già intraprese possono avvalersi di diverse tipologie di chiusura agevolata. L'Agenzia stessa deve essere parte e le controversie devono essere pendenti al 1° gennaio 2023 (data di entrata in vigore della legge di Bilancio 2023) in ogni stato e grado del giudizio, compreso quello in Cassazione e anche a seguito di rinvio.
La domanda all’Agenzia delle Entrate deve essere presentata entro il prossimo 30 giugno, direttamente dal contribuente o tramite un soggetto incaricato. La definizione si perfeziona con la presentazione della domanda e con il versamento dell’importo netto dovuto, o della prima rata, entro il 30 giugno 2023. Non è ammesso il pagamento rateale se gli importi da versare non superano i mille euro.
Più tregua fiscale
Intanto il governo nel pacchetto di 23 emendamenti al decreto Milleproroghe, ha ampliato la tregua fiscale per i Comuni, relativamente ai tributi locali, come multe e Imu. Una delle proposte di modifica allunga al 31 marzo il termine per i Comuni entro il quale deliberare sull’adesione o meno allo stralcio delle cartelle dei tributi locali affidati all’agente di riscossione dal 2000 al 2015 (si tratta di cartelle con importo inferiore a mille euro), come previsto dalla legge di Bilancio e che riguardava l’azzeramento di sanzioni e interessi. I Comuni possono procedere secondo tre vie: bloccare con delibera lo stralcio parziale, mantenendo i loro crediti; aderire senza bisogno di delibere allo stralcio parziale previsto dalla legge di Bilancio, oppure deliberare per ampliare lo stralcio della quota capitale, degli interessi e delle sanzioni.