Stipendi più bassi al Sud, ecco perché

Economia
Simone Spina

Simone Spina

Nel settore privato, per lo stesso impiego, al Nord si guadagna di più. Molti i motivi: dagli accordi aziendali alla maggiore disoccupazione nel Mezzogiorno, passando per il lavoro nero. Al Settentrione la vita è più cara, ma con le gabbie salariali si allargherebbero i divari. In alcuni Paesi c'è più flessibilità nell’applicazione dei contratti nazionali di lavoro

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Il signor Bianchi e il signor Rossi fanno lo stesso lavoro. Operai metalmeccanici. Ma il primo, in Lombardia, guadagna qualche centinaio di euro in più del suo collega in Calabria. Hanno lo stesso contratto nazionale, che garantisce a entrambi una busta paga che non può scendere sotto un certo livello, ma al Nord hanno firmato un accordo aziendale che alza il salario grazie a premi di produzione perché gli affari vanno bene. E’ solo un esempio, ma riflette una situazione diffusa.

I motivi del divario: accordi aziendali e lavoro nero

Lo scarto di reddito tra lavoratori con lo stesso impiego tra Centro-Nord e Sud, ci dice la Banca d’Italia, è in media di circa il 9 per cento. E’ questo il dato forse più interessante relativo alle differenze geografiche: se infatti è vero che, considerando tutti i salari, la differenza è del 28%, gran parte del distacco è dovuto al fatto che nelle regioni settentrionali sono più diffusi i lavori ben retribuiti. In pratica, le differenze esistono e non dipendendo solo dai contratti locali ma anche dal fatto che nel Mezzogiorno scarseggiano le grandi imprese, ci sono meno impieghi qualificati, la disoccupazione è più alta e si accettano posti con salari più bassi, in nero o irregolari, anche in deroga ai minimi contrattuali.

Vita più cara al Nord

Le diversità possono trovare una giustificazione nel costo della vita. Una famiglia spende molto di più a Milano che a Palermo: la spesa media mensile per casa e bollette - secondo l'Istat - nel 2021 al Nord era di 998 euro, contro i 683 del Meridione. Tanto che al Nord un coppia con un figlio piccolo è considerata povera con 1.200 euro al mese, al Sud la soglia è di 950. 

In Germania paghe più flessibili

Ma nonostante questo, sembra a oggi del tutto improbabile il ritorno per legge alle gabbie salariali, cioè stipendi differenziati su base regionale, abolite da oltre cinquant’anni in Italia. Il dibattito si concentra, semmai, sulla flessibilità nell’applicazione dei contratti. In alcuni Paesi, come la Germania, per esempio, pur essendoci standard minimi, le imprese hanno margini di deroga più ampi rispetto ai contratti nazionali, per cui il divario fra Est e Ovest è molto più pronunciato rispetto a quanto accade dalle nostre parti

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