Superbonus, proroga al 31 dicembre in manovra: cosa cambia
C'è "un problema di tempi" spiega il ministro dell'economia Giancarlo Giorgetti. Le delibere condominiali dovranno essere fatte però "entro l'11 novembre". Per i crediti invece la proposta del governo è quella delle 3 cessioni e Sace
La proroga del Superbonus al 31 dicembre "probabilmente confluirà nella legge di bilancio: perché è un problema di tempi di conversione di questo decreto-legge; se il decreto sfora e l'approvazione definitiva va nel 2023 forse è meglio per tutti” che sia in manovra. A dirlo è stato il ministro dell'economia Giancarlo Giorgetti, lasciando il Senato
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DELIBERE CONDOMINIALI E CREDITI - Le delibere condominiali dovranno essere fatte però "entro l'11 novembre", ha aggiunto Giorgetti. Per i crediti invece la proposta del governo "è quella", cioè le 3 cessioni e Sace, ha detto, specificando che il possibile intervento di Cdp per il Superbonus "non è contemplato in norma"
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I TEMPI - La proroga della scadenza (dal 25 novembre a fine anno) per le Cilas beneficiando dell'incentivo al 110%, proposta come emendamento al dl Aiuti quater, sembrava saltata. Ma il problema non era di sostanza, quanto di forma. Nelle ultime ore è emersa "una problematica tecnica" sui tempi di approvazione del dl, ha spiegato il relatore Guido Quintino Liris (FdI): il dl Aiuti quater arriverà al Senato non prima di martedì, ma servirà anche l'ok della Camera e quindi si arriverà metà gennaio. Ovvero, fuori tempo massimo rispetto ai tempi indicati nella proroga
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Di qui l'idea di aggirare l'ostacolo inserendo la norma direttamente in manovra: la proposta è stata avanzata al governo e alla maggioranza dallo stesso Liris, appoggiato poi da Giorgetti. Per superare l'altro scoglio legato al Superbonus, cioè lo sblocco dei crediti incagliati, la soluzione individuata prevede di alzare da 2 a 3 le cessioni dei crediti ad intermediari 'qualificati', ovvero a banche e assicurazioni, passano da 2 a 3
I FINANZIAMENTI - Allo stesso tempo la Sace può concedere garanzie in favore di banche, istituzioni finanziarie e degli altri soggetti abilitati all'esercizio del credito, per finanziamenti sotto qualsiasi forma, "strumentali a sopperire alle esigenze di liquidità delle imprese"
Una soluzione che però per le opposizioni non risolve il problema. Per Misiani (Pd) si tratta di "aria fritta": risposte "assolutamente inadeguate per sbloccare i 5 miliardi di crediti fiscali incagliati". "La toppa che hanno cercato di mettere è peggio del buco", aggiunge il senatore di Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni. "Registriamo molta confusione tra la maggioranza ed il governo", commenta Azione, che torna proporre la soluzione della compensazione degli F24, "sostenuta da Ance e Abi e su cui si registra una larga convergenza"
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