La Federal Trade Commission ha avviato un’azione legale per congelare l’ingresso della compagnia di videogiochi tra le fila colosso informatico. Un’operazione da 69 miliardi di dollari che l’Authority a stelle e strisce ritiene “dannosa per concorrenti e consumatori”. “Abbiamo piena fiducia nelle nostre ragioni”, la risposta dell'azienda fondata da Bill Gates
L’Antitrust americano scende in campo contro Microsoft e la sua acquisizione da 69 miliardi di dollari di Activision Blizzard. La Federal Trade Commission ha presentato ricorso in tribunale per bloccare l’operazione in quanto, a suo dire, danneggerebbe dannosa per i consumatori conferendo al colosso informatico il potere di utilizzare i popolari titoli del produttore di videogiochi per soffocare i rivali e attirare nuovi giocatori. Una mossa che rientra tra le più grandi iniziative mai intraprese dall’amministrazione usa contro i giganti high-tech e i loro piani di espansione.
Le ragioni
Come si legge nell’esposto presentato dalla Federale Trade Commission (Ftc), “Microsoft avrebbe sia i mezzi che le motivazioni per danneggiare la concorrenza, tanto sul fronte dei prezzi quanto su quello della qualità e delle esperienze di gioco in mercati a forte crescita e dinamici”. Il riferimento è a titoli come Call of Duty, World of Warcraft e Candy Crush, che rappresentano prodotti di punta per Activision Blizzard con decine di milioni di utenti in tutto il mondo. Il caso sarà seguito con estrema attenzione sia dall'industria che da Wall Street. E perfino dall'altra parte dell'Atlantico, dove le Authority europee e britanniche stanno a loro volta esaminando l'operazione. Per la presidente della Ftc, Lina Khan, si tratta in particolare di “un importante test della sua intera strategia per circoscrivere il potere di big tech”. Un successo dell’istruttoria potrebbe infatti riflettersi su altri sforzi antitrust nei confronti di leader come Amazon, Apple, Alphabet e Meta.
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L’impatto per Microsoft
Per Microsoft la posta in gioco è alta: le attività nei giochi, con la console Xbox e i servizi streaming, rappresentano già un business da 16 miliardi di dollari annui a cui Activision porterebbe portare in dote 370 milioni di nuovi utenti mensili. Il direttore generale del gruppo Brad Smith ha risposto alle accuse antitrust dicendo che l'azienda respinge le accuse ed è “impegnata dal primo giorno ad affrontare le preoccupazioni sulla concorrenza”. Smith ha aggiunto di sperare in un'intesa ma di “avere piena fiducia nelle proprie ragioni e nell'opportunità di presentare il nostro caso alla magistratura”. Per il colosso fondato da Bill Gates non si tratta della prima volta: negli anni Novanta il governo Usa la portò in tribunale per violazioni delle norme sulla concorrenza nei personal computer e nel dominio dei sistemi operativi. Al termine di un lungo scontro e di sentenze parzialmente contrastanti di primo grado e in appello, le parti raggiunsero un accordo nel 2002 che vide la modifica di alcune pratiche di business da parte dell'azienda.