Il governo tedesco taglia l'Iva sul gas naturale, come già accaduto in Italia, per ridurre il peso sulle famiglie dei rincari che scatteranno in autunno.
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha annunciato che l'Iva sul gas naturale in Germania sarà tagliata dal 19% al 7, almeno fino a marzo 2024. "Ci aspettiamo che le aziende trasmettano questa riduzione ai clienti al 100%", ha aggiunto Scholz alla stampa. In Italia il taglio dell'Iva sul gas al 5% è in vigore da quasi un anno: era settembre 2021 quando fu varato il primo decreto taglia bollette che riduceva l'aliquota Iva sui consumi di gas metano per usi civili e industriali, rispetto al 10 e 22% ordinari. Un taglio confermato anche nel recente decreto "aiuti bis" fino alla fine dell'anno.
Lo sforzo tedesco
La Germania sta tentando di ridurre il peso del rialzo del prezzo dell'energia sulle famiglie. Nelle prossime settimane le bollette tedesche sono destinate ad appesantirsi, visto che per mesi erano rimaste bloccate. Il sovrapprezzo sarà di 2,419 centesimi di euro per kilowattora, come comunicato dall'associazione dei gestori del settore, a partire da ottobre per permettere ai fornitori di gas di scaricare sui consumatori i costi aggiuntivi.
Il governo tedesco aveva chiesto alla Commissione europea la possibilità di esentare il rialzo del prezzo dalla base imponibile dell'Iva, per evitare che al rincaro si sommasse anche l'aumento delle tasse. Ma il commissario Paolo Gentiloni ha negato la possibilità, per questioni tecniche. Ecco perché al governo tedesco non è rimasta scelta che un taglio generalizzato dell'Iva sul gas naturale.
"Riserve azzerate in meno di tre mesi"
Intanto in Germania le riserve di gas hanno raggiunto il 77,79 per cento di riempimento, raggiungendo in anticipo l'obiettivo dell'1 settembre di superare il 75 per cento. Ma potrebbe non essere sufficiente: la Bundesnetzagentur, l'Arera tedesca, ha chiarito che - se la Russia riducesse ulteriormente le forniture - le riserve di gas si azzererebbero in meno di tre mesi.
Tagliare i consumi e diversificare
L'unica alternativa rimasta ai tedeschi è dunque di ridurre i consumi, per rallentare l'inevitabile svuotamento delle riserve. In effetti la Germania, secondo il Fondo Monetario Internazionale, ha già tagliato negli ultimi mesi circa il 15 per cento dei consumi, come richiesto dal regolamento europeo. L'altra strada percorribile è accelerare sulla diversificazione delle forniture: entro l'inverno, in tempi record, Berlino dovrebbe avere a disposizione due rigassificatori galleggianti a Brunsbüttel e Wilhelmshaven capaci di pompare nei gasdotti tedeschi fino a 12,5 miliardi di metri cubi di gas. Poco meno di un terzo della capacità di Nord Stream 1.