Uber Files e le pressioni sui governi, come funziona il servizio in Italia: mappa e dati
Un’inchiesta - nata dal lavoro di più di 180 cronisti di 44 testate internazionali - ha rivelato le tattiche usate da Uber per penetrare nei mercati di tutto il mondo: 124mila documenti che mostrano le manovre dell’azienda di trasporto privato. In Italia la compagnia è presente dal 2013, ma il suo percorso non è stato privo di ostacoli
Secondo “Uber Files”, l’inchiesta che ha visto il lavoro di più di 180 cronisti di 44 testate internazionali, l’azienda leader del trasporto privato Uber utilizzava da anni metodi controversi per espandersi in tutti i mercati nazionali, Italia compresa. Da noi però non ha sempre avuto vita facile
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L'inchiesta racconta come il colosso - fra il 2013 e il 2017 - abbia messo in atto una gigantesca opera di lobbying per avere sostegno da primi ministri, presidenti, miliardari, oligarchi e tycoon dei media. Si parla di violazione di leggi, inganni alla polizia e atti di violenza contro i conducenti. Fra i nomi spicca quello del presidente francese Macron, al tempo ministro dell’Economia. L’azienda, commentando l’inchiesta, ha ammesso che sono stati fatti "errori", ma ha chiarito di essersi trasformata con l’attuale amministratore delegato, Dara Khosrowshahi
L'INCHIESTA
Uber è arrivato in Italia nel 2013, incontrando non pochi ostacoli. Negli anni ha dovuto correggere la rotta, orientandosi verso servizi che potessero essere accolti nella normativa italiana. La convivenza tra il servizio privato e la categoria dei tassisti italiani non è mai stata facile: questi ultimi hanno spesso accusato Uber di concorrenza sleale
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L'anno di svolta è il 2017, quando la guida della società passa dal discusso fondatore, Travis Kalanick, all'attuale ceo Dara Khosrowshahi. Durante lo stesso periodo, anche i vertici italiani sono cambiati: da Benedetta Arese Lucini, che aveva guidato Uber nei momenti di massima tensione, si è passati a Carlo Tursi (nel 2015) e poi a Lorenzo Pireddu (al comando dal 2019)
Uber Files, inchiesta su pressioni ai governi: accuse a Macron
L'esordio è legato al servizio che, ancora oggi, è il più diffuso in Italia: nel 2013 arriva a Roma e a Milano UberBlack, un Ncc (servizio di noleggio con conducente) su berline, controllato via app. Gli autisti sono obbligati a possedere una licenza, ma il servizio si muove sul confine della legge: per le norme italiane i servizi Ncc devono avere una base di partenza, mentre per UberBlack non è necessaria
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Poco dopo in Italia è arrivato anche UberPop. Il servizio permetteva a chiunque, con la propria auto e senza licenza, di offrire corse agli utenti dell'app. Ma dura poco: nel 2015 il Tribunale di Milano lo blocca per concorrenza sleale. Presto lo abbandona anche Uber, ormai convinta che il servizio stesse nuocendo all'immagine della società
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Nel 2015 un'altra sentenza - sempre del tribunale di Milano – ha bocciato UberBlack. Questa volta però la battaglia legale è proseguita. Tra blocchi, sospensive e inviti dell'Antitrust ad accogliere nuove forme di mobilità, nel 2017 un tribunale di Roma ha confermato la legalità di UberBlack
Intanto l’azienda si è tuffata in altri due settori: il food delivery (con UberEats) e la micromobilità (con i monopattini e le bici targate Jump). Oggi UberBlack è attiva in sette città italiane. Dopo Milano e Roma (quelle nelle quali ha esordito), è arrivata a Bologna (nel 2020), a Torino e Firenze (nel 2021), a Catania e Palermo (nel 2022)
Lo scorso maggio la società ha stretto un accordo con ItTaxi, un consorzio cui fanno capo oltre 12mila tassisti in novanta città. Potranno offrire corse sull'app di Uber, oltre che su quella di ItTaxi. In occasione dell'intesa, il ceo Khosrowshahi ha definito Uber "un partner per il settore dei taxi”, mostrando un’inversione di tendenza rispetto a quando erano arrivati in Italia anni fa
Grandi successi anche per UberEats, il servizio di consegna di cibo a domicilio, sempre più capillare e presente in 17 regioni su 20. Meno riuscito l’ingresso nel settore della micromobilità: il servizio di Uber Jump è stato venduto alla società Lime, anche se i vecchi proprietari ne detengono ancora parte del capitale
Nel primo trimestre 2022 Uber ha registrato 24,4 miliardi di dollari in "gross bookings", in crescita del 35%. I viaggi sono stati 1,7 miliardi (+18%), circa 19 milioni al giorno. Il fatturato è stato di 6,9 miliardi (+136%), ma il risultato netto rimane in rosso. Due terzi del fatturato arrivano ancora dal Nord America, mentre l'area Emea (che include Europa, Medio Oriente e Asia) vale circa il 16% del giro d'affari