Inflazione, volano i prezzi del grano: aumentati del 6,6% in un giorno
Secondo un'analisi di Coldiretti alla chiusura settimanale del Chicago Board of Trade, a livello mondiale i prezzi del cereale sono saliti del 6,6% in un giorno. Il mais segna un rialzo del 4,6%. Il balzo delle quotazioni delle materie prime alimentari, spiega, causa “gravi carestie e fame nei Paesi poveri e inflazione e aumento dell’indigenza alimentare in quelli ricchi”. E ancora: "La produzione di grano è stimata quest’anno in forte calo anche in Italia, con un taglio medio superiore al 15%"
I prezzi del grano e del mais continuano a segnare incrementi, sensibili agli sviluppi internazionali, come la guerra in Ucraina, e agli effetti del cambiamento climatico. A livello mondiale i prezzi del grano balzano del 6,6% in un solo giorno, sotto la spinta della ripresa del dialogo tra Stati Uniti e Cina, con quest'ultima che sembra valutare la possibilità di acquistare grano straniero per l’importazione. Il mais invece segna un aumento del 4,6%. I due cereali raggiungono così i rialzi più consistenti da inizio marzo
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I dati emergono dall’analisi della Coldiretti alla chiusura settimanale del Chicago Board of Trade, il punto di riferimento internazionale del mercato future dei cereali, con il grano che è salito a 8,91 dollari a bushel e il mais a 6,23 dollari a bushel dopo un periodo di ribassi
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È “una scossa per i mercati dopo il lungo stallo sullo sblocco nei trasporti delle produzioni dell’Ucraina”, sottolinea Coldiretti. Il Paese “è uno dei principali produttori ed esportatori. Nel mondo esporta il 10% del frumento tenero destinato alla panificazione per un totale di oltre 18 milioni di tonnellate ma anche il 15% del mais per oltre 27 milioni di tonnellate"
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“Il balzo delle quotazioni delle materie prime alimentari a livello mondiale causa gravi carestie e fame nei Paesi poveri e inflazione e aumento dell’indigenza alimentare in quelli ricchi”, prosegue Coldiretti
Secondo l’analisi dell’associazione di assistenza all’agricoltura italiana, effettuata sugli ultimi dati dell’International Grains Council, l’andamento delle quotazioni riflette anche un ridimensionamento delle previsioni produttive a livello globale
La produzione mondiale di grano per il 2022/23 “è stimata in calo a 769 milioni per effetto della riduzione in Ucraina con un quantitativo stimato di 19,4 milioni di tonnellate, circa il 40% in meno rispetto ai 33 milioni di tonnellate previsti per questa stagione, ma anche negli Stati Uniti (46,8 milioni) e in India (105 milioni)"
Inoltre, prosegue Coldiretti, “in controtendenza il raccolto di grano cresce del 2,6% in Russia per raggiungere 84,7 milioni di tonnellate delle quali circa la metà destinate all’esportazioni (39 milioni di tonnellate)”
La stessa Commissione europea ha presentato prospettive al ribasso a breve termine del mercato agricolo. La produzione totale di cereali nei ventisette Paesi Ue, prosegue Coldiretti, dovrebbe raggiungere 286,4 milioni di tonnellate, il 2,5% in meno rispetto alla stagione 2021/2022. Ma le riserve esistenti “aiuteranno a soddisfare le esigenze del consumo interno e parte della domanda di esportazione che dovrebbe rimanere elevata in considerazione delle pressioni sui mercati globali”
“Anche in Italia la produzione di grano è stimata quest’anno in forte calo con un taglio medio superiore al 15% per effetto dei rincari dei costi di produzione e della siccità che ha tagliato le rese dal Nord a Sud del Paese", aggiunge Coldiretti che evidenzia come “in alcune aree più produttive del Paese il crollo supera il 30%”
Secondo Coldiretti in Italia, per effetto della riduzione delle rese a causa dei cambiamenti climatici, complessivamente il raccolto dovrebbe attestarsi attorno ai 6,5 miliardi di chili a livello nazionale su una superficie totale di 1,71 milioni di ettari coltivati fra grano duro per la pasta (1,21 milioni di ettari) e grano tenero per pane e biscotti (oltre mezzo milione di ettari)