Sono diversi i bandi del Pnrr che vengono prorogati vista la poca presenza di progetti che arrivano dai territori del Sud. Un problema in più sul percorso a tappe forzate per ottenere tutti i fondi in arrivo dall'Europa.
Per cercare di colmare i divari Nord-Sud, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza assegna al nostro Mezzogiorno, che pesa per il 34% della popolazione, complessivamente ben il 40% delle risorse che hanno una specifica destinazione sui territori. Sono 82 miliardi di euro da spendere per far ripartire un’economia con fortissime potenzialità di crescita.
Secondo quanto rendicontato dal ministro dell’Economia Daniele Franco, dei 56,6 miliardi già distribuiti a livello territoriale, il 45% cioè 25,7 miliardi, sono andati alle regioni meridionali. E fin qui tutto bene. I fondi arrivano e ci sono.
Il problema della capacità progettuale e di spesa
A mancare invece, a volte, è la pianificazione per utilizzarli. Con l’obiettivo al 2026 che pende, molte amministrazioni soprattutto del Sud sono in affanno e tra tempi stretti, carenza di personale con competenze adeguate, mancanza di un’organizzazione tecnica per far fronte a compiti complessi, i progetti non arrivano entro le scadenze e i bandi vengono prorogati. Ultimo esempio è quello sugli asili nido da 2,4 miliardi. Pur essendo le regioni del Sud quelle dove si fa più sentire la carenza di posti, le richieste sono state molto al di sotto dei finanziamenti disponibili. Sui 328 milioni impiegabili per i comuni della Campania sono arrivate domande solo per 119, sui 300 della Sicilia solo per 71.
La proroga dei bandi
E così per permettere un allargamento della partecipazione, il bando è stato prorogato al 31 marzo. Del resto una cosa simile era già successa con quelli sull’economia circolare per il trattamento e il riciclo dei rifiuti da 2,1 miliardi. 30 giorni in più sui termini ora spostati al 16-23 marzo per favorire una maggiore presenza del Sud, visto che oltre il 70% delle richieste in fondi era arrivato dai comuni del Centro-Nord. Ancora proroghe fino a fine mese anche per il bando da 300 milioni per il recupero e la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie.
Insomma, un allarme che comincia a crescere sui possibili ritardi della cosiddetta “messa a terra” del Recovery Fund, anche se la ministra per il Sud Mara Carfagna ha più volte ribadito che in caso di inadempienze delle singole amministrazioni sulla capacità di spesa, sono pronti a scattare i poteri di affiancamento e di sostituzione in capo alla Presidenza del Consiglio.