In arrivo l’assegno unico e universale per i figli

Economia

Alessandra Zompatori

Dal prossimo 1° marzo l’assegno unico prenderà il posto delle detrazioni sui figli a carico per i lavoratori dipendenti. E assumerà un carattere universale, andando a beneficio anche di partite Iva e lavoratori autonomi che, finora, non godevano di questo tipo di prestazioni

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Le famiglie italiane devono segnare in rosso sul calendario la data del 1° marzo. E' infatti da questo giorno che partirà il nuovo assegno unico e universale, cioè un sostegno economico garantito a tutte le famiglie con figli a carico, quindi anche per partite Iva, lavoratori autonomi e disoccupati, che prima non ne beneficiavano. Sarà inoltre unico, perché va ad assorbire tutte le altre prestazioni attualmente erogate in busta paga, incluse le detrazioni fiscali finora previste, come ad esempio: il premio alla nascita o all’adozione, il bonus bebè, l’assegno per famiglie numerose (con almeno 4 figli), e le maggiorazioni per i figli di età inferiore ai 3 anni. Restano però a disposizione le misure messe in campo dalle regioni o dagli enti locali, e anche il bonus asilo nido.

Chi ne ha diritto

Possono presentare la domanda tutte le famiglie con figli a carico a partire dal settimo mese di gravidanza fino al compimento dei 21 anni di età, in questo ultimo caso se ricorrono però determinate condizioni, cioè se il ragazzo o la ragazza frequenta un corso di formazione, professionale o universitario, svolge un tirocinio o un’attività lavorativa con un reddito inferiore agli 8mila euro l’anno, oppure se è disoccupato o impegnato nel servizio civile. Non ci sono invece limiti di età per i figli disabili.

Quanto verrà pagato l'assegno unico

L’importo che arriverà nelle tasche delle famiglie italiane varia a seconda dell’Isee, cioè dell’indicatore della situazione economica complessiva e può andare da 50 a 175 euro al mese per ogni figlio. Il contributo massimo spetta ai nuclei con Isee sotto i 15mila euro, mentre se si superano i 40mila euro si percepirà il minimo. Sono previste ulteriori maggiorazioni dal terzo figlio in poi, per mamme con meno di 21 anni, in caso di figli disabili o se entrambi i genitori lavorano. In assenza dell'Isee si potrà presentare l'istanza per l'ottenimento dell'importo minimo dell’assegno. Chi riceve già il reddito di cittadinanza non dovrà fare domanda, ma gli aiuti gli verranno corrisposti direttamente dall’Inps. Secondo una stima del Ministero dell’Economia su una platea potenziale di oltre 7 milioni di nuclei con figli a carico sotto i 21 anni, 4,6 milioni potrebbero beneficiare di un incremento del loro reddito in media di 1.600 euro all’anno, circa 135 al mese. Via XX Settembre segnala come il contributo medio massimo si registrerà sotto i 10mila euro di reddito. A guadagnarci quindi saranno soprattutto lavoratori autonomi e incapienti. Ma ci potranno essere casi in cui si riceverà di meno rispetto a prima. Finora l’Inps ha ricevuto oltre due milioni di domande per un totale di oltre tre milioni di figli.

Tempi e modalità per ricevere l’assegno

Chi presenterà la domanda sul sito dell’Inps tramite Spid entro il 28 febbraio potrà ricevere l'assegno già a partire dalla seconda metà del mese di marzo. Resta fermo che per le richieste inoltrate entro il 30 giugno saranno riconosciuti gli arretrati a partire dal mese di marzo. Mentre per quelle presentate dopo tale data, l'assegno spetterà dal mese successivo a quello della domanda. Gli aiuti alle famiglie arriveranno direttamente sul conto corrente con un bonifico, e la domanda bisognerà presentarla ogni anno, affinché si possa tenere conto di eventuali variazioni nella composizione e nel reddito del nucleo famigliare. Per calcolare i possibili benefici a seconda dei casi, sul sito dell’Inps è possibile simulare l’importo che si riceverà oppure ci si può rivolgere ad un Caf. Sempre online, su www.assegnounicoitalia.it, tutte le altre informazioni.

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