In una sola settimana il pieno di benzina o gasolio al distributore è salito di oltre 1 euro. La corsa del prezzo dei carburanti, dopo quella delle bollette, è un ulteriore problema per il portafoglio degli italiani e rischia di alimentare a cascata anche il rialzo di molti prodotti di consumo
A mettere in difficoltà i bilanci delle famiglie italiane non c’è solo il caro-bollette, ma anche l’impennata dei prezzi dei carburanti, arrivati ai massimi dal 2013-2014. In una sola settimana, secondo i dati del ministero della Transizione ecologica, il costo medio della benzina in modalità self-service è aumentato di 2,43 centesimi al litro e di 2,69 centesimi per il gasolio.
Il costo del pieno
Considerando un pieno da 50 litri, oggi si spende oltre 1 euro in più rispetto alla scorsa settimana, in meno di un mese siamo arrivati ad un rialzo attorno ai 3 euro. Un conto certamente salato per gli automobilisti, ma che finisce per pesare sulle tasche di tutti i consumatori con o senza patente.
La spinta all’inflazione
Perché in un Paese dove l’85% delle merci viaggia ancora su strada, l’incremento dei carburanti si trasferisce poi a catena sulla filiera del trasporto dei prodotti per arrivare, più o meno mitigato, fino agli scaffali dei negozi. Uno scenario sul quale, sottolinea Coldiretti, pesa il deficit logistico e infrastrutturale che ci costa comunque l’11% in più in confronto alla media europea per 13 miliardi l’anno, con un evidente gap competitivo che penalizza le nostre imprese e ha effetti negativi sull’intero sistema economico a partire dall’inflazione. A dicembre su base annua eravamo già a un +23% per il gasolio e a un +21,3% per la benzina.
Le richieste dei consumatori
Dalle associazioni dei consumatori arriva il pressing sul governo. Dopo le misure per contenere i rincari delle bollette, si chiedono ora provvedimenti anche sui carburanti per intervenire, quando i prezzi salgono oltre una certa soglia, su Iva e accise, che da sole, pesano per poco meno del 60% sulla spesa al litro.