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L’inflazione corre, stangata da 900 euro l’anno

Economia

Simone Spina

Tanto costerà, secondo le associazioni dei consumatori,  l’aumento dei prezzi a ogni famiglia. Nell'Eurozona a ottobre il carovita ha superato il 4 per cento. Il timore è che i rialzi possano frenare la ripresa economica

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Potrebbe costare 900 euro all’anno a famiglia il rialzo dei prezzi. A fare i primi conti sono le associazioni dei consumatori che hanno calcolato quanto peserebbero in media i rincari sugli italiani, sottolineando come più di un terzo di questo maggior esborso sia dovuto all’aumento dell’energia.

Sono le materie prime a trainare in tutto il mondo l’inflazione: il loro costo, soprattutto quello del gas, corre principalmente a causa della ripresa economica, in accelerazione dopo le restrizioni per l’emergenza sanitaria. In pratica, l’industria e i servizi sono ripartiti a tutta birra e così i prezzi sono saliti.

Lo sa bene il Signor Rossi, che negli ultimi mesi ha visto lievitare le fatture delle bollette, aumentate peraltro meno del previsto dopo gli interventi del governo, mentre più contenute finora sono le ricadute sul cibo e gli altri prodotti di prima necessità.

La corsa dell’economia, insieme ad alcune tensioni internazionali, ha però creato colli di bottiglia, cioè difficoltà negli approvvigionamenti, infiammando anche le quotazioni di altri beni, dai microchip al grano, per fare qualche esempio.

Il risultato è che il carovita nel nostro Paese ha raggiunto a ottobre livelli che non si vedevano da nove anni (+3%). E l’alta inflazione riguarda tutt’Europa: in Germania è sopra il 4 per cento; in Spagna oltre il 5 e, fuori dall’Eurozona, galoppa nel Regno Unito, Stati Uniti, Giappone e Cina.

Oltre alle ricadute sulle nostre tasche, a preoccupare è che i prezzi elevati possano scoraggiare acquisti e investimenti, e quindi, mettere un freno alla ripresa.

Timori espressi dalla Banca centrale europea nel suo ultimo Rapporto sulla Stabilità Finanziaria anche se l’Eurotower non sembra intenzionata ad alzare i tassi d’interesse (allo 0%), mantenendo quindi il costo del denaro a buon mercato per tutto l’anno prossimo. Questo vuol dire che non ci saranno, per esempio, scossoni per chi vuole chiedere un mutuo o un prestito ma un raffreddamento del carovita non è dietro l’angolo: dovrebbe durare ancora molti mesi.