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Google, Microsoft e Apple, risultati economici ancora alle stelle: 57 miliardi di profitti

Economia

Lorenzo Borga

I giganti del web continuano a segnare crescite record di profitti e ricavi, nonostante il rallentamento della pandemia. Guarda lo Skywall

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Big Tech non delude. Dopo i dati positivi di Tesla, che ha aumentato di 10 volte i propri utili rispetto a un fanno fa, anche Alphabet (casa madre di Google), Microsoft e Apple pubblicano i risultati degli ultimi tre mesi.

 

Insieme hanno guadagnato in 90 giorni circa 57 miliardi di dollari. Il doppio rispetto all'anno scorso e il 30 per cento in più rispetto alle aspettative degli analisti. La crescita dunque - nonostante il rallentamento della pandemia - non si è fermata. Durante i mesi di lockdown i servizi digitali dei colossi tecnologici (grandi quanto alcuni stati europei) erano infatti diventati essenziali per lavorare, comunicare e divertirsi. In questo modo le aziende tecnologiche citate - assieme anche ad Amazon e Facebook - avevano segnato guadagni record. E continuano a farlo.

 

Alphabet ha registrato nel secondo trimestre dell'anno 61,88 miliardi di ricavi e 18,53 miliardi di utili, entrambi dati sopra le attese. La maggior parte delle entrate arriva dalla pubblicità, il core business di Google, da cui arrivano 50,44 miliardi, in crescita di ben il 69 per cento rispetto a un anno fa. Ma Google non è (più) solo pubblicità. Sta guadagnando molto terreno YouTube, che è vicino ormai ai 7 miliardi di entrate (+84 per cento), quasi quanto la sola Netflix.

Anche Apple ha registrato numeri oltre le attese e in crescita. Nel caso dell'azienda di Cupertino si sconta una stagionalità più marcata, dovuta al fatto che la mela morsicata presenta i suoi prodotti di punta soprattutto durante l'autunno. Apple ha comunque incassato 81,4 miliardi di dollari (attesi 73,7) e 21,7 di profitti, anche in questo caso più del previsto. La metà dei ricavi entrano dalla vendita di iPhone, cresciuta del 50 per cento, ma i servizi e gli abbonamenti stanno diventando sempre più rilevanti.

Microsoft, l'azienda più anziana del gruppo, ha vissuto una crescita più stabile nel corso dell'ultimo anno, senza arrivare alle percentuali stratosferiche dei competitor. La società guidata da Satya Nadella non però vende più solo il suo sistema operativo, Windows, ma è diventata una fornitrice di servizi. Il settore più importante è infatti diventato quello dei servizi software e del cloud, in forte crescita. Mentre una delle poche voci in calo è proprio quella delle licenze Windows e della vendita di device. Una discesa dovuta alla carenza di microchip, che non permette ai produttori di pc (ma anche di altri apparecchi tecnologici) di soddisfare l'intera domanda.

Staremo a vedere se tra tre mesi le grandi aziende tecnologiche sforneranno altri numeri record, come fanno da un anno a questa parte. La fine (speriamo) della pandemia e l'introduzione di una tassa minima globale che eviti l'elusione fiscale di queste grandi multinazionali potrebbero mettere loro qualche bastone tra le ruote.