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Dl Sostegni, partite Iva e professionisti protestano: "Le risorse non bastano"

Economia
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Per Carlo Sangalli, il presidente di Confcommercio, ci sono ancora "forti limiti" e vanno rafforzate le risorse dedicate ai ristori per le aziende e gli autonomi. Proteste anche da Assoturismo Confesercenti: "Le attività del turismo sono ferme ormai da un anno, senza sostegni adeguati non potremo più riaprire"

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Imprese, partite Iva e professionisti protestano contro gli aiuti stanziati dal decreto Sostegni (TUTTE LE MISURE). I ristori previsti, secondo il loro punto di vista, sarebbero insufficienti. Per Carlo Sangalli, il presidente di Confcommercio, ci sono ancora "forti limiti". Dello stesso parere è anche Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti: "Le attività del turismo sono ferme ormai da un anno, senza sostegni adeguati non potremo più riaprire. Ci aspettavamo molto di più". Intanto la Cgia, nella nota del weekend, ha spiegato che i soldi, a copertura delle perdite della seconda ondata, arriveranno "con almeno tre mesi e mezzo di ritardo".

Le proteste dei professionisti e delle partite Iva

Per i lavoratori più colpiti dalla crisi causata dall'emergenza Covid-19, l'unica nota positiva del decreto Sostegni è stata l'eliminazione dei codici Ateco che lasciava senza nulla intere categorie. Ma resta il fatto che i sostegni sono ritenuti insufficienti da molte associazioni di lavoratori. "Le partite Iva - ha detto Emiliana Alessandrucci, presidente del Colap, associazione che rappresenta i lavoratori autonomi - sono state escluse ingiustamente dai ristori l’anno scorso e ora ci troviamo nella situazione in cui alcuni soggetti hanno preso doppi e tripli ristori mentre gli autonomi rimangono solo con questo sostegno. Per molte microimprese che non sono rientrate tra i beneficiari degli aiuti pubblici questo contributo, che sarà intorno ai 1.000 euro, risulta assolutamente iniquo". Profonda delusione è anche espressa dagli occupati nel settore dei catering che ritengono totalmente insufficiente quanto previsto dal decreto a fronte di aziende rimaste ferme per un anno e con una perdita di fatturato del 90%.  

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