Effetto Coronavirus sul mercato immobiliare, il 2020 secondo Nomisma

Economia

Calano vendite e prezzi di case, negozi e uffici, e salgono i tempi di vendita e gli sconti necessari per piazzare gli immobili. Anche le costruzioni e i mutui sentono il colpo. Le stime di Nomisma certificano che è tornato in crisi il settore immobiliare, che ancora non si era ripreso dal 2008. 

Ce lo si aspettava, ma ora sono i numeri a parlare: la crisi economica che ha seguito il lockdown ha colpito duramente il settore immobiliare italiano. Secondo l’istituto di ricerca Nomisma nel 2020 dovremmo aspettarci circa 100mila compravendite di immobili in meno rispetto all’anno scorso: da 603mila a 494mila. Una crisi che non dovrebbe essere recuperata né nel 2021, né nel 2022.

 

La flessione della domanda si nota anche sui prezzi: Nomisma prevede che nel 2020 i valori scendano del 2,6 per cento per le case, e di più del 3 per cento per uffici e negozi. Un effetto che si ripercuote anche sui tempi di vendita: sono oggi necessari dai tre ai quattro mesi in più per vendere un immobile.

 

Non tutta Italia però è colpita allo stesso modo. Torino, Napoli, Catania, Bari e Roma mostrano performance più negative nel settore residenziale, mentre Firenze, Padova, Bologna e Milano presentano cali più contenuti del mercato. Proprio Milano è la città che nel 2020 dovrebbe risentire meno del calo del settore immobiliare, secondo Nomisma: già nel 2021 la domanda potrebbe tornare a crescere, ma secondo le ipotesi più ottimistiche questo potrebbe accadere già nella seconda metà dell’anno in corso.

 

Come soffrono le vendite di immobili, lo stesso accade per le costruzioni (per nuove case o ristrutturazioni). Per il 2020 è stimata un calo degli investimenti tra i 9 e i 16 punti percentuali rispetto a un anno fa. L’ecobonus varato dal governo per alleviare la crisi secondo Nomisma è un “provvedimento che non ha precedenti”. Ma rimangono incognite sulle sue potenzialità per le procedure burocratiche che richiederà.

 

Come succede per le costruzioni, lo stesso accade per il finanziamento del settore. Si stima che i mutui calino quest’anno del 18 per cento: ma se le cose andassero veramente male, si potrebbe raggiungere un crollo di più di un quarto rispetto all’anno scorso. E anche nel 2021 Nomisma stima un nuovo calo.

 

Il mercato immobiliare ancora non si era ripreso del tutto dalla crisi del 2008. Per quanto riguarda la domanda di uffici e negozi, sia per acquisti che per affitti, gli anni scorsi avevano sempre presentato dei cali. Solo il settore residenziale aveva mostrato segnali di risveglio, ora scomparsi con la nuova crisi dovuta al Covid. Non è un caso se gli operatori delle agenzie immobiliari si mostrano pessimisti: secondo la metà degli intervistati da Nomisma il mercato potrà tornare ai livelli pre-Covid solo nel 2021 o (secondo un agente su dieci) addirittura nel 2022.

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