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Ex Ilva, imprese indotto protestano contro ArcelorMittal. Stasera i sindacati al Quirinale

Economia

Le aziende sono in presidio per i mancati pagamenti e per rivendicare la continuità produttiva e occupazionale della fabbrica. I pm di Milano intanto indagano anche su eventuali illeciti tributari. Ministro Boccia: "Pronti a commissari e prestito ponte"

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All'ex Ilva di Taranto le aziende dell’indotto protestano contro ArcelorMittal per il mancato pagamento delle fatture (FOTO). Le imprese sono in presidio davanti alla portineria C dello stabilimento siderurgico con dipendenti e mezzi e rivendicano inoltre la continuità produttiva e occupazionale della fabbrica dopo l'annunciato disimpegno di ArcelorMittal. Le aziende dell'indotto hanno maturato crediti per circa 60 milioni di euro e minacciano il ritiro degli operai. Oggi va in scena un appuntamento importante per la vicenda (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA): i tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil saranno ricevuti alle 19:30 al Quirinale dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per affrontare la questione dell'acciaieria e in generale delle crisi industriali. Intanto emerge che la Procura di Milano, nel fascicolo esplorativo aperto sull'addio di ArcelorMittal all'ex Ilva, indaga anche su eventuali illeciti tributari e su presunti reati pre-fallimentari, con un focus sul mancato pagamento dei creditori dell'indotto (LE TAPPE DEL CASO ILVA - I NUMERI DELLA CRISI - I POSSIBILI SCENARI - L'IPOTESI DELL'INTERVENTO DELLO STATO).

Boccia: "Pronti a commissari e prestito ponte"

Sull'ex Ilva è intervenuto anche il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, secondo cui se ArcelorMittal non dovesse rivedere la decisione di lasciare Taranto, per l'ex Ilva scatterà "l'amministrazione straordinaria, con un prestito ponte" da parte dello Stato in modo da riportare l'azienda sul mercato entro un paio d'anni. "Mittal - ha aggiunto Boccia - ha posto un ricatto occupazionale inaccettabile, che il governo ha già respinto. E dunque deve assumersi le proprie responsabilità e rispettare le leggi della Repubblica italiana".

Il 27 novembre l'udienza sul ricorso dei commissari: "Non fermare operatività impianti"

È stata fissata intanto per il prossimo 27 novembre l'udienza che riguarda il ricorso d'urgenza presentato dai commissari contro il recesso di ArcelorMittal dall’acciaieria. A stabilire la data Claudio Marangoni, il presidente della sezione specializzata in materia d'impresa del tribunale di Milano e che tratterà il procedimento. Marangoni ha invitato inoltre ArcelorMittal "a non porre in essere ulteriori iniziative e condotte in ipotesi pregiudizievoli per la piena operatività e funzionalità degli impianti" dello stabilimento siderurgico.

Emiliano: "Studiamo un sistema che consenta alla Regione di pagare le fatture"

Al presidio delle aziende dell'indotto partecipano gli autotrasportatori tarantini, con i tir parcheggiati all'esterno dello stabilimento, che non hanno escluso di bloccare l'uscita delle merci. Presenti anche il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e il presidente di Confindustria Taranto Antonio Marinaro. “Stiamo studiando un sistema che consenta alla Regione di pagare le fatture al posto di Mittal e poi subentreremmo come creditori dell'Ilva”, ha affermato Emiliano, che poi ha attaccato ArcelorMittal: “Sconsiglio a Mittal di trasformare la Regione Puglia anche in un creditore della loro azienda perché a quel punto li perseguiteremo legalmente ovunque al mondo. Questo modo di fare è vergognoso".

Gli autotrasportatori dell'indotto: "Mobilitazione sino a pagamenti"

Tra le aziende che protestano anche quelle di autotrasporto dell'indotto ex Ilva aderenti a Sna Casartigiani, che hanno avviato lo sciopero dicategoria. Anche loro sono in presidio presso la portineria C, varco di ingresso ovest e varco di ingresso merci dello stabilimento siderurgico di Taranto. La mobilitazione, viene spiegato, proseguirà "fino al pagamento di tutte le fatture emesse e avendo rassicurazioni sul futuro con azioni precise da parte del governo italiano a tutela del settore". Sna Casartigiani precisa che "ArcelorMittal è stata messa in mora, ma alla data attuale le aziende non hanno avuto riscontro”.