Istat: cala rapporto deficit/Pil, cresce potere acquisto famiglie

Economia
Foto LaPresse

È il rialzo maggiore registrato dal 2001. Il dato, però, nell’ultimo trimestre dell'anno, è diminuito dello 0,9%. Scende al 42,9% la pressione fiscale

È il rialzo maggiore dal 2001, cioè da 15 anni a questa parte, quello che ha interessato, nel 2016, il potere d’acquisto delle famiglie italiane, con un aumento dell’1,6%. A rivelarlo sono i dati Istat che, però, segnalano anche che il valore, nell’ultimo trimestre su base congiunturale, è calato dello 0,9%.

 

Reddito disponibile delle famiglie scende su base trimestrale - Per il 2016, l'Istat segna lo stesso aumento (+1,6%) anche per il reddito disponibile delle famiglie. Ma, come nel caso del potere d'acquisto, l'indice scende su base trimestrale con un -0,6%. Questo significa che la disponibilità è salita, sia a livello nominale che depurando i dati dall'inflazione, ma che è successo perché i prezzi sono rimasti piatti.

 

Cresce la propensione al risparmio - È cresciuta, inoltre, la propensione al risparmio delle famiglie. Nel 2016 è salita di 0,2 punti percentuali rispetto al 2015: dall’8,4% all’8,6%. Anche se, nell’ultimo trimestre, si registra un deciso calo congiunturale con un punto percentuale in meno.

 

Rapporto deficit Pil: 2,4% - Cala il deficit che è pari al 2,4% del Pil, in riduzione di 0,3 punti percentuali rispetto all’anno precedente. L’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche in rapporto al prodotto interno lordo, nel quarto trimestre del 2016, inoltre, è stato pari al 2,3%, ed è rimasto stabile rispetto allo stesso periodo di tempo del 2015.

 

I prezzi delle case: primo aumento da 2011 - Nell’ultimo trimestre dello scorso anno si è registrato anche il primo aumento tendenziale dei prezzi delle abitazioni. Non succedeva dal quarto trimestre del 2011. L’aumento è dello 0,1% rispetto al 2015. Nella media per l’intero 2016, però, i prezzi delle abitazioni sono diminuiti dello 0,7%  rispetto all’anno precedente. 

 

Cala la pressione fiscale - Secondo i dati Istat, la pressione fiscale in Italia scende. Nell’ultimo trimestre del 2016 è diminuita di 0,6 punti rispetto al 2015, attestandosi sotto la soglia del 50% (49,6%). Il dato per l’intero anno 2016 si attesta al 42,9%, anche in questo caso in calo rispetto al 43,3% del 2015.

 

Cresce la quota di profitto delle imprese - Cresce la quota di profitto delle imprese che tocca i livelli più alti degli ultimi cinque anni, con il 42%. L’avanzamento si registra anche su base trimestrale e nel tasso di investimento delle società finanziarie, con un 19,7%.

 

Renzi: "Giù le tasse, andiamo avanti" - Da Twitter è arrivato anche il commento dell’ex premier Matteo Renzi che ha ricordato alcune misure che “hanno aiutato l’Italia”, dagli 80 euro fino all’Imu-tasi. “Giù le tasse, andiamo avanti”, ha cinguettato Renzi.

 

<blockquote class="twitter-tweet" data-lang="en"><p lang="it" dir="ltr">Potere acquisto famiglie a top da 2001(ISTAT): 80euro, Imu-Tasi, Irap costo lavoro &amp; co hanno aiutato Italia. Giù le tasse, andiamo <a href="https://twitter.com/hashtag/avanti?src=hash">#avanti</a></p>&mdash; Matteo Renzi (@matteorenzi) <a href="https://twitter.com/matteorenzi/status/849185109446184961">April 4, 2017</a></blockquote> <script async src="//platform.twitter.com/widgets.js" charset="utf-8"></script>

Economia: I più letti