Rating Italia, Moody's: "Riforme bilanciano calo Pil"

Economia

In una nota l'agenzia prevede un calo dello 0,3% del prodotto interno lordo per il 2014, ma aggiunge che "la forte posizione di bilancio" e l'accelerazione sulle riforme riequilibrano i giudizi sul debito sovrano. Outlook stabile

Le riforme promosse dal governo Renzi e i conti dell'Italia potrebbero bilanciare il calo previsto del Pil nel 2014 per quanto riguarda la valutazione del rating. E' questo il giudizio dell'agenzia Moody's pubblicato in una nota.

Molti anni di consolidamento hanno portato a surplus primario - Secondo l'agenzia di rating "alla luce dei dati del secondo trimestre" è prevedibile che "l'economia italiana si contrarrà dello 0,3% nel 2014, prima di crescere marginalmente dello 0,5%". A fronte di questi dati negativi, però, Moody's osserva che "molti anni di consolidamento hanno portato ad un significativo surplus primario". "Questa solida posizione di bilancio - si legge ancora nella nota - aiuta l'Italia ad avere favorevoli costi di finanziamento, con più tempo per attuare riforme a favore della crescita".

Outlook stabile sul rating Baa2
- "L'accelerazione degli sforzi di riforma dell'Italia - si legge quindi - insieme ai bassi costi di finanziamento e all'avanzo primario, mitigano l'impatto sul profilo di credito del ritorno alla recessione dell'Italia e giustificano l'outlook stabile sul rating 'Baa2'". Nel rapporto, si  identificano le ragioni della performance negativa dell'economia in "debolezze dal lato della domanda" e "impedimenti strutturali alla crescita di lunga data".

Bilancio e riforme riequilibrano pil negativo
- Giudizio sospeso sullo 'Jobs Act' che, secondo Moody's, "fa poco perché si passi da una contrattazione centralizzata a una decentralizzata", anche se, si osserva, è una "iniziativa significativa" che rende il mercato del lavoro in Italia "più flessibile". In sintesi, si legge nelle conclusioni, gli "accelerati" sforzi di riforma dell'Italia e la "forte posizione di bilancio" del Paese stanno bilanciando il possibile impatto sul rating sovrano della ricaduta nella recessione.

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