La decisione in una lettera inviata dal segretario Camusso ai ministri Lupi e Poletti. L'ad della compagnia di Abu Dhabi: "Puntiamo a chiudere entro fine luglio. Poletti: "Su esuberi massimo risultato possibile". VIDEO
L'accordo sugli esuberi resta senza la firma della Cgil. Il sindacato guidato da Susanna Camusso ha sciolto la riserva annunciando il proprio 'no' all'intesa raggiunta sabato e già siglata da Cisl, Uil e Ugl: perché la posizione dell'azienda - a suo dire - resta "incomprensibile" e le modalità di trasferimento del personale avvengono con soluzioni di "dubbia legittimità". Intanto è ripresa la trattativa sul contratto nazionale e sul costo del lavoro e su questo la Cgil ha già detto di essere pronta a firmare se il testo resta quello di stanotte. (VIDEO)
Il no della Cgil. Lupi: "L'accordo resta valido" - La decisione della Cgil, contenuta in una missiva inviata da Camusso ai ministri dei trasporti e del lavoro Lupi e Poletti non sorprende l'ad di Alitalia Gabriele Del Torchio: "Me lo aspettavo, era nella logica delle cose però se non altro c'è un passo positivo perché hanno detto di firmare il contratto collettivo nazionale di lavoro". Il no della Cgil sugli esuberi, tuttavia, non dovrebbe compromettere l'intesa: lo ha ripetuto oggi il ministro Lupi, spiegando che l'accordo quadro resta "valido e si andrà avanti", perché c'è il sì della maggioranza dei sindacati, che rappresentano l'80% dei lavoratori. "Questo matrimonio s'ha da fare, nonostante Don Rodrigo", ha chiosato ironico Lupi.
Hogan a Roma: "Puntiamo a chiudere entro luglio" - Ma oggi è stata anche la giornata di Hogan a Roma: una trasferta programmata per presentare il nuovo volo Roma-Abu Dhabi, ma anche un'occasione per incontrare i vertici dell'azienda, il ministro Lupi e l'ad di Poste con cui ci sarebbe un'impasse per l'adesione all'equity committment. Il ceo di Etihad, ha sorpreso tutti e anziché parlare solo della nuova iniziativa commerciale, come previsto in un primo momento, ha fatto ampie dichiarazioni sull'operazione con Alitalia. La trattativa, ha spiegato, è ancora in corso, ma le due compagnie sono vicine a finalizzare una transazione finanziaria che portera' Etihad ad investire 560 milioni per una quota del 49% della newco Alitalia. L'obiettivo è chiudere entro fine luglio, ha indicato il numero uno del vettore emiratino, provando a rassicurare sul fronte occupazionale: "Dobbiamo ridurre il numero dei dipendenti, ma in futuro ci saranno nuove opportunità di lavoro".
Poletti: "Massimo risultato possibile sugli esuberi" - Proprio su questo versante il ministro del lavoro Giuliano Poletti spiega che la soluzione raggiunta (la riduzione degli esuberi da 2.251 a 1.635 esuberi, con l'ipotesi di ricollocamento per 681) è "il massimo del risultato possibile": il Governo ha fatto tutto il possibile, messo in campo tutti gli strumenti, ma l'uscita dei lavoratori che non fossero stati ricollocati fuori dal perimetro della nuova impresa era una condizioni poste all'inizio da Etihad e non si è potuto far altro che prenderne atto. Resta ora da sciogliere il nodo del contratto nazionale di settore e della riduzione del costo del lavoro per 30 milioni, su cui sindacati e azienda tornano a confrontarsi in serata al Ministero. Nella trattativa la Uiltrasporti evidenzia "profonde divergenze", avvertendo che "negare l'esistenza di specificità del settore affrontando il tema in modo generale, produce delle contraddizioni che farebbero venir meno la stabilità contrattuale che chiede Etihad". La Fit Cisl è invece già pronta a firmare e attende solo i testi. Così come la Cgil.
Il no della Cgil. Lupi: "L'accordo resta valido" - La decisione della Cgil, contenuta in una missiva inviata da Camusso ai ministri dei trasporti e del lavoro Lupi e Poletti non sorprende l'ad di Alitalia Gabriele Del Torchio: "Me lo aspettavo, era nella logica delle cose però se non altro c'è un passo positivo perché hanno detto di firmare il contratto collettivo nazionale di lavoro". Il no della Cgil sugli esuberi, tuttavia, non dovrebbe compromettere l'intesa: lo ha ripetuto oggi il ministro Lupi, spiegando che l'accordo quadro resta "valido e si andrà avanti", perché c'è il sì della maggioranza dei sindacati, che rappresentano l'80% dei lavoratori. "Questo matrimonio s'ha da fare, nonostante Don Rodrigo", ha chiosato ironico Lupi.
Hogan a Roma: "Puntiamo a chiudere entro luglio" - Ma oggi è stata anche la giornata di Hogan a Roma: una trasferta programmata per presentare il nuovo volo Roma-Abu Dhabi, ma anche un'occasione per incontrare i vertici dell'azienda, il ministro Lupi e l'ad di Poste con cui ci sarebbe un'impasse per l'adesione all'equity committment. Il ceo di Etihad, ha sorpreso tutti e anziché parlare solo della nuova iniziativa commerciale, come previsto in un primo momento, ha fatto ampie dichiarazioni sull'operazione con Alitalia. La trattativa, ha spiegato, è ancora in corso, ma le due compagnie sono vicine a finalizzare una transazione finanziaria che portera' Etihad ad investire 560 milioni per una quota del 49% della newco Alitalia. L'obiettivo è chiudere entro fine luglio, ha indicato il numero uno del vettore emiratino, provando a rassicurare sul fronte occupazionale: "Dobbiamo ridurre il numero dei dipendenti, ma in futuro ci saranno nuove opportunità di lavoro".
Poletti: "Massimo risultato possibile sugli esuberi" - Proprio su questo versante il ministro del lavoro Giuliano Poletti spiega che la soluzione raggiunta (la riduzione degli esuberi da 2.251 a 1.635 esuberi, con l'ipotesi di ricollocamento per 681) è "il massimo del risultato possibile": il Governo ha fatto tutto il possibile, messo in campo tutti gli strumenti, ma l'uscita dei lavoratori che non fossero stati ricollocati fuori dal perimetro della nuova impresa era una condizioni poste all'inizio da Etihad e non si è potuto far altro che prenderne atto. Resta ora da sciogliere il nodo del contratto nazionale di settore e della riduzione del costo del lavoro per 30 milioni, su cui sindacati e azienda tornano a confrontarsi in serata al Ministero. Nella trattativa la Uiltrasporti evidenzia "profonde divergenze", avvertendo che "negare l'esistenza di specificità del settore affrontando il tema in modo generale, produce delle contraddizioni che farebbero venir meno la stabilità contrattuale che chiede Etihad". La Fit Cisl è invece già pronta a firmare e attende solo i testi. Così come la Cgil.