Visco: serve sforzo di cambiamento anche dalle parti sociali

Economia

Il governatore di Bankitalia invita gli imprenditori a investire nelle loro imprese "anche con risorse proprie" e a puntare sul "capitale umano". Squinzi: "Basta immobilismo". Camusso: "Di moda attaccare sindacati e aziende". VIDEO

Dopo le sue parole sulla rigidità di sindacati e imprese, il governatore  di Bankitalia Ignazio Visco, dal convegno di Confindustria in corso a Bari, torna a spronare le parti sociali. Non solo "ai soggetti pubblici e ai policy-maker" è chiesto uno "sforzo di cambiamento" dice Visco, che chiede "un altrettanto profondo mutamento del settore privato", a imprese e lavoratori.

Visco: "Imprese diventino più grandi e tecnologiche" - La sfida per le imprese, dice Visco, è "un salto di qualità di prodotto e di processo, che le porti a essere più grandi, più tecnologiche, più internazionalizzate". "Attraverso una maggiore patrimonializzazione, anche con risorse proprie, gli imprenditori potranno dimostrare direttamente la fiducia nelle prospettive delle loro imprese" aggiunge.
"Il miglioramento della competitività delle imprese - per il governatore -  passa in misura importante attraverso la valorizzazione e lo sviluppo del capitale umano di cui dispongono, anche in collaborazione con il sistema di istruzione e di ricerca".

Squinzi: "Gli imprenditori sono per il cambiamento" - Alle parole di Visco è seguita la replica del presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. "C'è tra noi imprenditori la percezione netta e diffusa della necessità di avviare un cambiamento profondo nella società. Ogni giorno misuriamo i costi altissimi di un immobilismo di maniera, durato troppo a lungo" le parole di Squinzi.

Camusso: "Va di moda incolpare sindacati e imprese"- Poco prima aveva replicato alle dichiarazioni di Visco di ieri 28 marzo, il leader della Cgil Susanna Camusso. "Stiamo ancora discutendo di rigidità, quale rigidità...": è il commento del segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, dal palco di Confindustria. "E' la stagione in cui i colpevoli sono le imprese e i sindacati, perché va di moda. E c'è un entusiasmo di massa nel trovare questi colpevoli".

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