Giorgio Squinzi: "L'Italia è in deflazione"

Economia

Il presidente di Confindustria lancia l'allarme: "Il rapporto deficit/pil al 3% è molto impegnativo per il nostro Paese e frena la possibilità della crescita". Sulla legge di stabilità: "Ci ha deluso, ma è un libro ancora da scrivere"

Giorgio Squinzi lancia l'allarme: l'Italia sta attraversando una preoccupante fase di deflazione. Il presidente di Confindustria, in una conferenza stampa da Bruxelles, ha detto che "c'è segnale molto negativo, che nonostante l'aumento di un punto Iva, gli ultimi dati di inflazione segnano un'inflazione in calo. Significa che siamo in una situazione di vera e propria deflazione. E' preoccupante".

Squinzi: "Limite rapporto deficit/Pil è impegnativo"
- Non solo, secondo Squinzi il limite del 3% del rapporto deficit/Pil è "molto impegnativo per il nostro paese" e "congela le possibilità di crescita". "L'avevamo segnalato sia al governo Monti che a quello Letta - spiega - ma non sembra possibile una risposta in sede europea". Anche se, ha aggiunto, è vero che "noi abbiamo il debito pregresso, ma al 3% ci sono solo l'Italia e la Germania: degli altri paesi, alcuni sono ampiamente fuori".

Il rischio è un ulteriore ribasso - Pessimismo confermato, secondo Squinzi, anche dai dati diffusi martedì dalla Commissione europea, che "non sono nient'altro che la conferma ufficiale delle previsioni del Centro studi di Confindustria di qualche mese fa, Pil a -2,8% quest'anno e a +0,7% l'anno prossimo, la rettifica verso il basso delle previsioni ottimistiche che erano circolate". Ma il rischio, secondo Squinzi che ne ha parlato a Bruxelles, è quello di "un ulteriore ribasso se non ritroviamo la via della crescita": infatti, ha aggiunto, "questi peggioramenti avvengono perché manca la crescita" e negli Stati Uniti "la ripartenza della crescita sta aumentando sistematicamente tutti i parametri di quel paese".

Non sufficienti i pagamenti dei debiti alla Pa - Per quanto riguarda la legge di stabilità, Squinzi si dice deluse: "Pensavamo a un intervento più deciso sul cuneo fiscale per il lavoro" ma "mi sembra di poter dire, al di là di alcune mie esternazioni delle scorse settimane, che la legge finanziaria è ancora un libro da scrivere". Troppo debole anche l'intervento sui debiti della Pubblica amministrazione: "Qualcosa si sta facendo, ma siamo molto lontani dall'accettabile". "Si parla del pagamento di 13-14 miliardi di euro su un ammontare presunto totale di 100 miliardi. Il numero vero non sta venendo fuori per l'incapacità della nostra Pubblica  Amministrazione", ha sottolineato.

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