Secondo l'ultimo rapporto dell'Istituto di Statistica, pubblicato in occasione del Salone del libro, solo 26 milioni di cittadini hanno letto almeno un volume nel 2012. Cala il numero di opere pubblicate (-9,4%), ma avanza il settore digitale. INFOGRAFICA
Più di un italiano su due non ha letto nemmeno un libro nel corso degli ultimi dodici mesi. Mentre il 46% (oltre 26 milioni di cittadini) dichiara di averne terminato almeno uno per motivi non strettamente scolastici o professionali. Si riduce il numero di opere pubblicate (-9,4% in un anno), ma arrivano segnali più confortanti dal settore digitale: quasi 15 milioni di italiani usano Internet per leggere online giornali, news o riviste. Si fa strada, poi, il mercato degli ebook: il 15% delle opere andate in stampa nel 2011 ha anche un corrispettivo elettronico.
Sono questi i principali dati che emergono dal rapporto "La produzione e la lettura di libri in Italia" dell'Istat, pubblicato proprio in occasione dell'apertura a Torino del Salone Internazionale del Libro, il più grande evento editoriale del Belpaese. Proprio attraverso un videomessaggio inviato al Salone di Torino, il presidente della Repubbica Giorgio Napolitano ha commentato i dati sulla scarsa lettura in Italia: "Voglio sperare che la dovuta attenzione mediatica sul Salone costituisca uno stimolo per applicarci a contrastare un fenomeno tanto negativo. Lo è di per sé, perché non leggere significa privarsi di una delle principale fonti di piacere e di sviluppo personale. Lo è pure perché costituisce uno svantaggio oggettivo nella vita individuale e collettiva, anche sotto il profilo economico". Un invito accolto dal neo-ministro alla Cultura Massimo Bray che ha promesso di "tutelare, valorizzare e difendere" la produzione libraria italiana.
Donne e giovani - Il numero di lettori italiani resta sostanzialmente stabile rispetto al 2011 (+0,7%). A leggere sono soprattutto le donne (51,9% rispetto al 39,7%) e i ragazzi in età pre-adolescenziale (60,8% tra gli 11 e i 14 anni). La presenza di entrambi i genitori lettori resta una discriminante importante per il 77,4% dei ragazzi tra 6 e 14 anni.
Divario Nord-Sud e centro-periferia - Resta forte, poi, il divario tra le diverse aree del paese. Se al Nord e al Centro legge oltre la metà della popolazione di 6 anni e più (52,2%), nel Sud si scende a quota 34,2%. Il Mezzogiorno ha fatto comunque registrare un lieve aumento rispetto all'anno scorso. Una forte discrepanza si conferma anche tra aree metropolitane (53,3%) e zone con pochi abitanti: nei centri con meno di 2000 abitanti si scende al 41,5%.
Lettori deboli - In Italia anche i lettori forti sono una minoranza: solo il 14,5% dichiara di aver terminato più di 12 volumi. La maggior parte (46%) resta invece un lettore debole (meno di 3 libri all'anno). In alcuni casi ad incidere è anche il fattore crisi: circa un lettore su tre ritiene di vivere in una famiglia con scarse risorse economiche.
Meno opere pubblicate - Nel corso del 2011 il mercato editoriale italiano ha fatto registrare una forte battuta d'arresto: è sceso sia il numero di titoli pubblicati (-9,4%) che la tiratura (-5,9%). Gli editori ritengono che sono ancora molti i fattori che disincentivano dalla lettura in Italia, tra cui la mancanza di efficaci politiche scolastiche, il sostegno inadeguato alla piccola editoria e i bassi livelli culturali della popolazione. Secondo un editore su quattro un altro limite resta il costo al pubblico troppo elevato.
Il mercato digitale - Circa il 15% dei libri pubblicati è stato messo a disposizione anche in formato ebook. Si tratta di circa 9.000 opere, in cui a far la parte da leone sono i testi letterari moderni (23,9%), seguiti da quelli professionali (diritto, storia, linguistica e scienze). Sono soprattutto i grandi editori a investire di più nel mercato digitale: la loro offerta elettronica copre ormai quasi tutta (89,8%) la produzione cartacea.
Non solo libri - Per circa 14,5 milioni di italiani Internet si conferma un media centrale per la lettura di giornali, news e riviste online. Solo una quota minoritaria (25,1%), però, utilizza la rete per acquistare libri e giornali: siamo ancora molto lontani dalla media europea (36,99%) o da paesi come la Germania (50,7%) in cui l'e-commerce editoriale è molto forte.
Sono questi i principali dati che emergono dal rapporto "La produzione e la lettura di libri in Italia" dell'Istat, pubblicato proprio in occasione dell'apertura a Torino del Salone Internazionale del Libro, il più grande evento editoriale del Belpaese. Proprio attraverso un videomessaggio inviato al Salone di Torino, il presidente della Repubbica Giorgio Napolitano ha commentato i dati sulla scarsa lettura in Italia: "Voglio sperare che la dovuta attenzione mediatica sul Salone costituisca uno stimolo per applicarci a contrastare un fenomeno tanto negativo. Lo è di per sé, perché non leggere significa privarsi di una delle principale fonti di piacere e di sviluppo personale. Lo è pure perché costituisce uno svantaggio oggettivo nella vita individuale e collettiva, anche sotto il profilo economico". Un invito accolto dal neo-ministro alla Cultura Massimo Bray che ha promesso di "tutelare, valorizzare e difendere" la produzione libraria italiana.
Donne e giovani - Il numero di lettori italiani resta sostanzialmente stabile rispetto al 2011 (+0,7%). A leggere sono soprattutto le donne (51,9% rispetto al 39,7%) e i ragazzi in età pre-adolescenziale (60,8% tra gli 11 e i 14 anni). La presenza di entrambi i genitori lettori resta una discriminante importante per il 77,4% dei ragazzi tra 6 e 14 anni.
Divario Nord-Sud e centro-periferia - Resta forte, poi, il divario tra le diverse aree del paese. Se al Nord e al Centro legge oltre la metà della popolazione di 6 anni e più (52,2%), nel Sud si scende a quota 34,2%. Il Mezzogiorno ha fatto comunque registrare un lieve aumento rispetto all'anno scorso. Una forte discrepanza si conferma anche tra aree metropolitane (53,3%) e zone con pochi abitanti: nei centri con meno di 2000 abitanti si scende al 41,5%.
Lettori deboli - In Italia anche i lettori forti sono una minoranza: solo il 14,5% dichiara di aver terminato più di 12 volumi. La maggior parte (46%) resta invece un lettore debole (meno di 3 libri all'anno). In alcuni casi ad incidere è anche il fattore crisi: circa un lettore su tre ritiene di vivere in una famiglia con scarse risorse economiche.
Meno opere pubblicate - Nel corso del 2011 il mercato editoriale italiano ha fatto registrare una forte battuta d'arresto: è sceso sia il numero di titoli pubblicati (-9,4%) che la tiratura (-5,9%). Gli editori ritengono che sono ancora molti i fattori che disincentivano dalla lettura in Italia, tra cui la mancanza di efficaci politiche scolastiche, il sostegno inadeguato alla piccola editoria e i bassi livelli culturali della popolazione. Secondo un editore su quattro un altro limite resta il costo al pubblico troppo elevato.
Il mercato digitale - Circa il 15% dei libri pubblicati è stato messo a disposizione anche in formato ebook. Si tratta di circa 9.000 opere, in cui a far la parte da leone sono i testi letterari moderni (23,9%), seguiti da quelli professionali (diritto, storia, linguistica e scienze). Sono soprattutto i grandi editori a investire di più nel mercato digitale: la loro offerta elettronica copre ormai quasi tutta (89,8%) la produzione cartacea.
Non solo libri - Per circa 14,5 milioni di italiani Internet si conferma un media centrale per la lettura di giornali, news e riviste online. Solo una quota minoritaria (25,1%), però, utilizza la rete per acquistare libri e giornali: siamo ancora molto lontani dalla media europea (36,99%) o da paesi come la Germania (50,7%) in cui l'e-commerce editoriale è molto forte.