Presentato il bilancio dell'Istituto di previdenza: solo il 23,9% percepisce assegni superiori ai 1500 euro. Negli ultimi tre anni diminuisce il potere d'acquisto delle famiglie (-3,8%). E le italiane tornano a fare le colf (+20% dal 2009). I DATI
Per più di 7,2 milioni di persone la pensione non supera i mille euro al mese. E' quanto si legge nel bilancio sociale dell'Inps, secondo cui il 52% dei pensionati "presenta redditi pensionistici inferiori a 1.000 euro mensili e il 24% (3,3 milioni) si colloca nella fascia tra 1.000 e 1.500 euro mensili. Il 12,7% riscuote pensioni comprese tra 1.500 e 2.000 euro mensili e il restante 11,2% gode di un reddito pensionistico mensile superiore a 2.000 euro".
L'Inps segnala inoltre che il reddito pensionistico medio lordo mensile nel 2011 erogato dall'Inps e dagli enti previdenziali era di 1.131 euro (1.366 euro per gli uomini, 930 per le donne). C'e grande differenza a livello territoriale (1.238 al Nord, 1.193 medi al Centro, 920 l Sud). Se invece del reddito complessivo si guarda alla singola pensione (ma oltre un quarto dei pensionati ne ha più di una) l'importo medio è di 780 euro con grandi differenze tra quelle previdenziali (870 euro) e quelle assistenziali (406 euro). Tra quelle previdenziali ci sono differenze significative nelle medie tra quelle di anzianità (1.514 euro medi), quelle legate al prepensionamento (1.469 euro medi) e quelle di vecchiaia (649 euro medi).
Diminuisce il potere d'acquisto delle famiglie - La crisi fa precipitare inoltre il potere d'acquisto delle famiglie. Tra il 2008 e il 2011 è diminuito del 3,8%. Nel 2011, in particolare, si è avuta, a fronte di un aumento del reddito lordo disponibile in termini monetari dell'1,9%, una riduzione in termini reali dello 0,9%. Rispetto al 2007 la perdita di potere d'acquisto delle famiglie nel 2011 è stato del 5,2%. "Questa situazione, scrive l'Inps, avrebbe potuto essere ben più grave senza l'intervento compensativo delle prestazioni sociali".
Le italiane tornano a fare le colf - Ma non è l’unico dato che emerge dal bilancio. Le italiane, stando a quanto riferisce il documento, tornano infatti a fare le colf: dopo anni nei quali i lavori domestici erano stati sempre più appannaggio degli immigrati la crisi economica ha riportato molte donne nelle case domestiche del nostro Paese. Nel 2008 colf e badanti di nazionalità italiana erano 119.936, cresciute negli anni della crisi fino a 134.037 nel 2009, 137.806 nel 2010 e 143.207 nel 2011 (23.000 in più in tre anni, circa il 20%). Gli operai, segnala l'Inps, rappresentano invece con 6.505.337 unità ancora più della metà dei lavoratori dipendenti (-0,3% tra il 2009 e il 2011) mentre gli impiegati con 4.863.350 persone (+0,4% nel biennio) sono il 39,1% dei dipendenti. Gli apprendisti con appena 488.062 persone nel 2011 (-6% nel 2011, -14,6% nel biennio) rappresentano appena il 3,9% dei dipendenti. I dirigenti del settore privato, diminuiti nel biennio dell'1,7%, sono 122.681, appena l'1% del totale dei lavoratori dipendenti. I quadri, in aumento nel biennio del 2,9%, sono 420.911. Tra i lavoratori dipendenti, infine, diminuiscono i maschi (-0,5% sul 2010) arrivando a 7,3 milioni e una quota del 58,8% mentre aumentano le femmine (+0,9%) superando i 5,1 milioni. Tra il 2007 e il 2011 gli uomini al lavoro sono diminuiti di quasi 215.000 unita' mentre le femmine sono aumentate di quasi 190.000 unità.
L'Inps segnala inoltre che il reddito pensionistico medio lordo mensile nel 2011 erogato dall'Inps e dagli enti previdenziali era di 1.131 euro (1.366 euro per gli uomini, 930 per le donne). C'e grande differenza a livello territoriale (1.238 al Nord, 1.193 medi al Centro, 920 l Sud). Se invece del reddito complessivo si guarda alla singola pensione (ma oltre un quarto dei pensionati ne ha più di una) l'importo medio è di 780 euro con grandi differenze tra quelle previdenziali (870 euro) e quelle assistenziali (406 euro). Tra quelle previdenziali ci sono differenze significative nelle medie tra quelle di anzianità (1.514 euro medi), quelle legate al prepensionamento (1.469 euro medi) e quelle di vecchiaia (649 euro medi).
Diminuisce il potere d'acquisto delle famiglie - La crisi fa precipitare inoltre il potere d'acquisto delle famiglie. Tra il 2008 e il 2011 è diminuito del 3,8%. Nel 2011, in particolare, si è avuta, a fronte di un aumento del reddito lordo disponibile in termini monetari dell'1,9%, una riduzione in termini reali dello 0,9%. Rispetto al 2007 la perdita di potere d'acquisto delle famiglie nel 2011 è stato del 5,2%. "Questa situazione, scrive l'Inps, avrebbe potuto essere ben più grave senza l'intervento compensativo delle prestazioni sociali".
Le italiane tornano a fare le colf - Ma non è l’unico dato che emerge dal bilancio. Le italiane, stando a quanto riferisce il documento, tornano infatti a fare le colf: dopo anni nei quali i lavori domestici erano stati sempre più appannaggio degli immigrati la crisi economica ha riportato molte donne nelle case domestiche del nostro Paese. Nel 2008 colf e badanti di nazionalità italiana erano 119.936, cresciute negli anni della crisi fino a 134.037 nel 2009, 137.806 nel 2010 e 143.207 nel 2011 (23.000 in più in tre anni, circa il 20%). Gli operai, segnala l'Inps, rappresentano invece con 6.505.337 unità ancora più della metà dei lavoratori dipendenti (-0,3% tra il 2009 e il 2011) mentre gli impiegati con 4.863.350 persone (+0,4% nel biennio) sono il 39,1% dei dipendenti. Gli apprendisti con appena 488.062 persone nel 2011 (-6% nel 2011, -14,6% nel biennio) rappresentano appena il 3,9% dei dipendenti. I dirigenti del settore privato, diminuiti nel biennio dell'1,7%, sono 122.681, appena l'1% del totale dei lavoratori dipendenti. I quadri, in aumento nel biennio del 2,9%, sono 420.911. Tra i lavoratori dipendenti, infine, diminuiscono i maschi (-0,5% sul 2010) arrivando a 7,3 milioni e una quota del 58,8% mentre aumentano le femmine (+0,9%) superando i 5,1 milioni. Tra il 2007 e il 2011 gli uomini al lavoro sono diminuiti di quasi 215.000 unita' mentre le femmine sono aumentate di quasi 190.000 unità.