Pomigliano, i sindacati a Fiat: “Ritiri procedure mobilità”

Economia
Un operaio nello stabilimento di Pomigliano della Fiat

Appello congiunto delle associazioni di categoria dopo la decisione del Lingotto di licenziare 19 operai per far posto a quelli reintegrati dal giudice. Martedì l’incontro con l’azienda. La Fim: “Serve passo indietro da Torino e passo avanti dalla Fiom”

"Chiediamo all'azienda di attivare immediatamente l'incontro come prevede la legge e, contemporaneamente, invitiamo Fiat a ritirare la procedura di mobilità". I sindacati passano al contrattacco sul caso Pomigliano. Dopo la decisione del Lingotto di mettere in mobilità 19 dipendenti per fare posto ai colleghi reintegrati dai giudici e le polemiche che hanno investito anche il mondo politico, Ferdinando Uliano, segretario nazionale della Fim, annuncia la controffensiva. La richiesta di Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Associazione Quadri è stata avanzata durante la riunione a Torino per il rinnovo del contratto del gruppo.
E il primo effetto è sembrato arrivare subito: martedì 6 novembre il management di Fabbrica Italia Pomigliano incontrerà infatti i rappresentanti territoriali dei sindacati per un esame congiunto sulla riduzione di 19 dipendenti annunciata da Fiat per eseguire la sentenza che dispone l'assunzione di 19 iscritti Fiom.

Uliano (Fim): "Serve passo indietro Fiat e passo avanti Fiom" - "Ribadiremo la nostra contrarietà e la necessità di ritirare la procedura. Useremo tutti gli strumenti per tutelare i nostri iscritti", afferma Eros Panicali, responsabile Auto della Uilm, al termine dell'incontro sul contratto a Torino.
"Secondo noi – ha detto Ferdinando Uliano - è necessario un passo indietro da parte di Fiat e serve un passo avanti di Fiom, che dovrebbe sottoscrivere quegli accordi che sono, tra l'altro, i presupposti che impegnano l'azienda a dover assumere tutti i dipendenti. E' incomprensibile che si utilizzi quegli accordi e non li si sottoscriva".

Bersani a Torino: “Governo dovrebbe chiamare di più Fiat” - "Dalla mia esperienza ho imparato che l'unica soddisfazione che si ha da ministro è che se li chiami devono venire, chiunque siano. E io vorrei un governo che li chiamasse un po' più spesso per capire, vedere, aiutare, per farsi dire le cose con precisione e non con quattro parole". Così il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, a margine della visita al nuovo campus universitario di Torino, ha risposto a chi gli chiedeva quale dovrebbe essere l'atteggiamento del Governo nei confronti di Fiat. Bisognerebbe, ha detto ancora, "cercare di fare intendere che non si possono più accendere fuochi, adesso bisogna spegnerli. Spegnerli perché la situazione è molto seria, bisogna che tutti spengano i fuochi e si capisca cosa si può fare, già a cominciare dall'anno prossimo. Fossi il governo mi occuperei di questo".

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