Mercato auto, mai così male da 32 anni. Fiat: vendite -35,6%

Economia

Secondo i dati diffusi dal Ministero dei Trasporti, a marzo le immatricolazioni hanno registrato un calo del 26,7% su base annua. Il Lingotto attribuisce la responsabilità allo sciopero delle bisarche. Federauto: "Momento più tragico della nostra storia"

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I protagonisti e gli osservatori del settore lo avevano ripetuto fino alla noia: il lungo fermo delle bisarche, che si innesta su un mercato dell'auto già ai minimi termini, produrrà un disastro sulle vendite di marzo. Detto fatto. I dati sulle immatricolazioni diffusi lunedì 2 aprile dal ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture mostrano il mese scorso immatricolate appena 138.137 nuove vetture, con un crollo del 26,72% rispetto a un anno fa. Nella sua nota, in cui assegna al fermo delle bisarche la principale responsabilità della debacle, il gruppo Fiat afferma che quello del 2012 "è stato il peggior marzo degli ultimi 32 anni". "Era dal 1980 - precisa - che non si vendevano così poche auto nel mese di marzo (allora furono 122.400)". Il mese scorso i volumi del Lingotto hanno subito un crollo del 35,6% (a 35.942 unita') e la quota di mercato in Italia è precipitata al 26,03%, contro il 29,6% segnato un anno fa e il 28,31% di febbraio.
"Per gli autoveicoli la crisi è sempre più nera. Stiamo vivendo in Italia il momento più tragico da quando è stata inventata l'automobile e nessuno muove un dito", il commento di Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, ai dati sulle immatricolazioni.

iat: “Oltre 8 mila immatricolazioni perse” - Il gruppo torinese precisa che "sono oltre 8 mila le immatricolazioni perse sul mercato italiano, che verranno parzialmente recuperate nei prossimi mesi", e sottolinea che "la quota di mercato, rispetto alla concorrenza, è stata fortemente influenzata dal fatto che FGA, producendo in Italia, a causa del fermo delle bisarche ha dovuto chiudere in più occasioni i propri impianti produttivi". Il fermo ha colpito tutti i brand, da Fiat (-36,08%) ad Alfa Romeo (-45,59%), a Lancia (-28,87%). L'unica boccata d'ossigeno arriva da Jeep, che a marzo ha venduto il 33,7% in più rispetto a un anno fa.

Crollano vendite anche all’estero
- Ma il tonfo non ha interessato solo il costruttore nazionale. Tutti i principali importatori esteri registrano a marzo un calo a due cifre, compresi i primi tre classificati Volkswagen (-22,84%), Ford (-38,61%) e Opel (-24,35%). Però c'è anche chi ha chiuso in rialzo, come Land Rover (+60,5%), Hyundai (+11,5%), Kia (+26,9%) e Porsche (+10,6%).

Ripresa difficile
- Tra gli osservatori tutti denunciano la gravità del momento e invocano misure di sostegno urgenti da parte del Governo. Il presidente dell'Unrae, Jacques Bousquet, rileva che "il periodo più importante dell'anno, con un peso del 30% sul totale, se ne è andato, lasciando la conferma di una tendenza da 1.370.000 vetture a fine 2012 e già con 107.852 vendite in meno rispetto all'anno scorso". Per Bousquet, "sarà molto difficile riuscire a recuperare nei prossimi mesi senza interventi strutturali di sostegno all'auto".
Meno pessimista il Centro Studi Promotor GL events, che rileva come "qualcosa si muova a livello di fiducia e di propensione all'acquisto". "L'ultimo grande sciopero delle bisarche - fa notare - si ebbe nel 2005 e durò dal 26 aprile al 24 maggio. Allora il calo in maggio, in una situazione di mercato sostanzialmente stabile, fu del 27%". Quindi, osserva il Csp, "o le sciopero delle bisarche non ha avuto un grande impatto sulle vendite, o la domanda in marzo non è stata così depressa come nei primi due mesi dell'anno". Anche il direttore generale dell'Anfia Guido Rossignoli evidenzia "il miglioramento del clima di fiducia dei consumatori" ma, dice, "mancano i presupposti per una ripresa delle vendite nei prossimi mesi". Per il presidente di Federauto Filippo Pavan Bernacchi "siamo al Day After, e non comprendiamo più - dice - l'immobilismo del governo".

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