Crisi, ultima chiamata per la Grecia

Economia

Sempre più vicini gli aiuti per Atene. L'Eurogruppo riunito nella notte tra lunedì 20 e martedì 21 dovrebbe dare il via libera ai fondi da 130 miliardi di euro e salvare il paese dal rischio default

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Ora che anche la Germania e la Finlandia si sono ammorbidite, e che l'Olanda resta sola a sostenere il rigore estremo con la Grecia, tutto sembra puntare verso il salvataggio di Atene nella notte tra lunedì 20 e martedì 21 febbraio: l'Eurogruppo, riunito dal pomeriggio assieme al premier greco Lucas Papademos, dovrebbe dare il via libera agli aiuti salvando Atene giusto in tempo, perché per evitarle il default a marzo i fondi devono arrivare entro mercoledì 22. Ma l'Eurozona, che non si fida di Atene, è pronta a piazzare nel Paese una troika Ue-Bce-Fmi permanente, e a creare un conto bloccato dove i greci verseranno da ora in poi gli interessi sul loro debito. Intanto si riapre la trattativa con i creditori privati, a Bruxelles anch'essi, per convincerli a sostenere perdite più elevate per coprire il nuovo "buco" nei conti greci.

Le condizioni poste dall'Europa sono "tutte soddisfatte", ha detto il ministro greco delle Finanze, Evangelos Venizelos, che si aspetta "trattative fino all'ultimo" ma con un via libera alla fine ai 130 miliardi di euro: i tagli da 3,3 miliardi di euro ci sono, così come le rassicurazioni scritte dei capi dei partiti. Papademos, a margine dell'Eurogruppo, riapre solo l'accordo con i privati sulle perdite dopo lo 'swap' dei bond greci, per chiedere loro più sforzi.

Il rapporto della troika sulla sostenibilità del debito spiega che, nonostante i tagli, non si raggiungerà il target fissato per il debito che dal 160% di oggi deve scendere al 120% entro il 2020. Si arriverà solo al 129%, e l'Eurogruppo deve trovare il modo di colmare il "gap". Ma senza metterci un euro in più. Varie le ipotesi in gioco, oltre quella che chiede più sforzi ai privati: una coinvolge i partner dell'Euro, che potrebbero abbassare i tassi sui loro prestiti alla Grecia, un'altra chiama in causa la Bce che però deve ancora trovare il modo di aggirare il divieto di finanziare direttamente lo Stato. Un modo potrebbe essere generare plusvalenze con lo scambio di titoli tra banche centrali, da riversare alla Grecia in qualche forma. Un'altra ipotesi è chiedere alle banche nazionali di sostenere perdite come i privati. Ma l'Eurozona guarda, e spera, anche nel Fmi. Che però non sembra affatto intenzionato a fare uno sforzo in più, anzi, vorrebbe abbassare la sua quota di partecipazione al secondo piano salva-Grecia.

A parte i dettagli, il via libera agli aiuti dovrebbe quindi arrivare nonostante l'opposizione dell'Olanda, che però da sola è troppo debole per sostenere un veto. Inoltre, potrebbe vedere soddisfatta, e dunque accontentarsi, la sua richiesta di 'commissariare' la Grecia con una sorveglianza permanente di Ue-Bce-Fmi: tutti vogliono essere certi che Atene rispetti il programma concordato con la Ue, soprattutto dopo le elezioni di aprile.

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