Il mattone è in crisi? La via di uscita è il social housing
EconomiaNei prossimi anni si investiranno 10 miliardi di euro in case di qualità a basso costo: nuovi modelli edilizi per rispondere al fabbisogno di alloggi di un’utenza molto ampia e far ripartire il mercato immobiliare. In prima fila per ora la Lombardia
di Isabella Fantigrossi
La crisi economica continua a impoverire le famiglie e a ridurre le possibilità di occupazione. I prezzi delle case rimangono alle stelle. Moltissimi, giovani e non più, sono costretti a vivere ancora con mamma e papà. E il mercato immobiliare è fermo. Che fare allora per far ripartire l’edilizia residenziale, rimettere in moto un settore in difficoltà e allo stesso tempo rispondere al fabbisogno di un’ampia fetta di popolazione fuori dal target delle case popolari e pure incapace di sostenere i prezzi di mercato? Nel 2012, lo sottolinea il Cresme nell'ultimo rapporto sul mercato delle costruzioni, si dovrà puntare sul social housing: case di qualità ma a basso costo, costruite su aree per lo più concesse in comodato gratuito dai Comuni che si fanno promotori oltre che co-finanziatori - insieme a banche, fondazioni, Regioni e Cassa Depositi e Prestiti, i cui fondi sono gestiti dal Sif, il sistema integrato di fondi immobiliari per l'housing sociale previsto dal Piano casa - dei nuovi progetti a forte connotazione sociale. Insomma, un’opportunità di business basata su sinergie pubblico-privato in una logica di investimento etico. Tanto che, secondo Federlegno, nei prossimi quattro anni si investiranno in questo settore ben 10 miliardi di euro.
La crisi del mattone. E c’è chi resta senza casa - Sono gli ultimi dati Istat del secondo trimestre 2011 che certificano la crisi del mattone: le compravendite immobiliari sono calate del 3,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e le stipule dei mutui sono crollate, scendendo dell’8,1% su base annua. Secondo poi uno studio della Cgil, negli ultimi dieci anni i prezzi delle case sono aumentati del 50% con punte del 100% nei grandi centri urbani, mentre i canoni di affitto sono cresciuti mediamente del 130% arrivando al 145% nelle grandi città. E a farne le spese sono soprattutto i giovani. Secondo uno studio della Banca d’Italia, il rincaro degli affitti e dei prezzi delle case frena soprattutto chi ha tra i 18 e i 34 anni: il 60% di loro è costretto a vivere ancora con i genitori. Per Bankitalia allora una è la soluzione: considerata la recente crisi globale, ''maggiori investimenti sono necessari nei progetti di social housing''.
Un’alternativa di qualità – Per quella fascia "grigia" della popolazione composta da giovani famiglie, coppie a basso reddito, precari, pensionati, lavoratori a tempo determinato o saltuari, l’edilizia sociale può diventare l’alternativa di qualità alle case popolari: nuove costruzioni, solitamente in legno, ad alta efficienza energetica e basso impatto ambientale, ma anche ristrutturazioni di vecchi edifici e riqualificazioni di aree dismesse. Tra gli ultimi progetti italiani, a settembre 2011 è nato a Torino il più grande esempio di social housing temporaneo in Italia: un ex edificio delle Poste riconvertito con 122 unità residenziali, arredate e dotate di wi-fi gratuito, e 58 camere a uso hotel, tutte destinate ad offerte temporanee (studenti, lavoratori stagionali, single, parenti di degenti negli ospedali cittadini). Il progetto Sharing, questo il nome dell’operazione torinese, è stato finanziato dalla Fondazione Crt. Dall’apertura abitano nelle case quasi 300 persone: il 58% sono studenti, di cui 98 sono studenti cinesi dei corsi di ingegneria dell’automobile e di architettura del Politecnico cittadino. A Parma invece è stato approvato nel 2010 un progetto di realizzazione di 852 alloggi, una parte in affitto a canone sostenibile e una parte in vendita a prezzo convenzionato. A Milano invece sono in fase di realizzazione i progetti di housing sociale ideati dalla Fondazione Cariplo e dalla Fondazione Housing Sociale in via Cenni e in via Rasario, ma anche la residenza temporanea di via Ferrari.
I numeri di un fenomeno nascente - Si fa richiesta partecipando ai bandi pubblicati solitamente sui siti dei Comuni e le formule sono per lo più di affitto con patto di futura vendita. Per la locazione il canone medio va da un minimo di 74,4 euro al metro quadro all’anno a un massimo di 80,41 euro: vuol dire che per un appartamento di 70 metri quadrati si spendono in media poco più di 400 euro d’affitto al mese. Ad oggi il Gruppo Clas, che sta realizzando il primo tentativo di censimento nazionale sotto la guida della professoressa Angela Airoldi dell'Università Bocconi, ha censito 203 progetti di housing sociale che comprendono: 40 modelli realizzati da architetti, 34 in fase di progettazione, 79 in via di realizzazione, 50 già realizzati. In prima fila sembra essere la Lombardia con 73 progetti ma per ora, dice Airoldi, di tutto il nascente fenomeno italiano "siamo riusciti a cogliere solo la punta di un iceberg". In attesa del boom previsto nel 2012, il Politecnico di Milano farà partire dal prossimo anno un corso di formazione per operatori del settore dell'housing sociale.
La crisi economica continua a impoverire le famiglie e a ridurre le possibilità di occupazione. I prezzi delle case rimangono alle stelle. Moltissimi, giovani e non più, sono costretti a vivere ancora con mamma e papà. E il mercato immobiliare è fermo. Che fare allora per far ripartire l’edilizia residenziale, rimettere in moto un settore in difficoltà e allo stesso tempo rispondere al fabbisogno di un’ampia fetta di popolazione fuori dal target delle case popolari e pure incapace di sostenere i prezzi di mercato? Nel 2012, lo sottolinea il Cresme nell'ultimo rapporto sul mercato delle costruzioni, si dovrà puntare sul social housing: case di qualità ma a basso costo, costruite su aree per lo più concesse in comodato gratuito dai Comuni che si fanno promotori oltre che co-finanziatori - insieme a banche, fondazioni, Regioni e Cassa Depositi e Prestiti, i cui fondi sono gestiti dal Sif, il sistema integrato di fondi immobiliari per l'housing sociale previsto dal Piano casa - dei nuovi progetti a forte connotazione sociale. Insomma, un’opportunità di business basata su sinergie pubblico-privato in una logica di investimento etico. Tanto che, secondo Federlegno, nei prossimi quattro anni si investiranno in questo settore ben 10 miliardi di euro.
La crisi del mattone. E c’è chi resta senza casa - Sono gli ultimi dati Istat del secondo trimestre 2011 che certificano la crisi del mattone: le compravendite immobiliari sono calate del 3,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e le stipule dei mutui sono crollate, scendendo dell’8,1% su base annua. Secondo poi uno studio della Cgil, negli ultimi dieci anni i prezzi delle case sono aumentati del 50% con punte del 100% nei grandi centri urbani, mentre i canoni di affitto sono cresciuti mediamente del 130% arrivando al 145% nelle grandi città. E a farne le spese sono soprattutto i giovani. Secondo uno studio della Banca d’Italia, il rincaro degli affitti e dei prezzi delle case frena soprattutto chi ha tra i 18 e i 34 anni: il 60% di loro è costretto a vivere ancora con i genitori. Per Bankitalia allora una è la soluzione: considerata la recente crisi globale, ''maggiori investimenti sono necessari nei progetti di social housing''.
Un’alternativa di qualità – Per quella fascia "grigia" della popolazione composta da giovani famiglie, coppie a basso reddito, precari, pensionati, lavoratori a tempo determinato o saltuari, l’edilizia sociale può diventare l’alternativa di qualità alle case popolari: nuove costruzioni, solitamente in legno, ad alta efficienza energetica e basso impatto ambientale, ma anche ristrutturazioni di vecchi edifici e riqualificazioni di aree dismesse. Tra gli ultimi progetti italiani, a settembre 2011 è nato a Torino il più grande esempio di social housing temporaneo in Italia: un ex edificio delle Poste riconvertito con 122 unità residenziali, arredate e dotate di wi-fi gratuito, e 58 camere a uso hotel, tutte destinate ad offerte temporanee (studenti, lavoratori stagionali, single, parenti di degenti negli ospedali cittadini). Il progetto Sharing, questo il nome dell’operazione torinese, è stato finanziato dalla Fondazione Crt. Dall’apertura abitano nelle case quasi 300 persone: il 58% sono studenti, di cui 98 sono studenti cinesi dei corsi di ingegneria dell’automobile e di architettura del Politecnico cittadino. A Parma invece è stato approvato nel 2010 un progetto di realizzazione di 852 alloggi, una parte in affitto a canone sostenibile e una parte in vendita a prezzo convenzionato. A Milano invece sono in fase di realizzazione i progetti di housing sociale ideati dalla Fondazione Cariplo e dalla Fondazione Housing Sociale in via Cenni e in via Rasario, ma anche la residenza temporanea di via Ferrari.
I numeri di un fenomeno nascente - Si fa richiesta partecipando ai bandi pubblicati solitamente sui siti dei Comuni e le formule sono per lo più di affitto con patto di futura vendita. Per la locazione il canone medio va da un minimo di 74,4 euro al metro quadro all’anno a un massimo di 80,41 euro: vuol dire che per un appartamento di 70 metri quadrati si spendono in media poco più di 400 euro d’affitto al mese. Ad oggi il Gruppo Clas, che sta realizzando il primo tentativo di censimento nazionale sotto la guida della professoressa Angela Airoldi dell'Università Bocconi, ha censito 203 progetti di housing sociale che comprendono: 40 modelli realizzati da architetti, 34 in fase di progettazione, 79 in via di realizzazione, 50 già realizzati. In prima fila sembra essere la Lombardia con 73 progetti ma per ora, dice Airoldi, di tutto il nascente fenomeno italiano "siamo riusciti a cogliere solo la punta di un iceberg". In attesa del boom previsto nel 2012, il Politecnico di Milano farà partire dal prossimo anno un corso di formazione per operatori del settore dell'housing sociale.