"Occorre la massima coesione della maggioranza e di tutte le forze politiche per attuare il piano di rientro dei conti pubblici predisposto dal Ministro dell'Economia" si legge in una nota degli industriali. Camusso: "Nessun rischio Grecia per l'Italia"
Appello di Confindustria in favore della manovra economica del ministro Tremonti. "A fronte del grave deterioramento della situazione finanziaria internazionale, Confindustria ribadisce che occorre la massima coesione della maggioranza e di tutte le forze politiche per dare attuazione al piano di rientro dei conti pubblici predisposto dal Ministro dell'Economia": si legge infatti in una nota di Viale dell'Astronomia.
"Il piano, che prevede che inizi adesso un percorso verso il pareggio di bilancio nel 2014, e' stato approvato dal Parlamento Italiano", ricorda Confindustria, sottolineando che anche "l'Unione Europea lo ha avvallato, con la raccomandazione che vengano corrette tempestivamente eventuali deviazioni". Per questo motivo, "è essenziale che l'Italia mantenga fede agli impegni che si è assunta nei confronti della comunità internazionale. La credibilità e l'efficacia del piano di rientro saranno tanto maggiori quanto più incisive saranno le misure per la crescita, lungo le linee già previste nel Piano Nazionale per le Riforme".
Intanto, la leader della Cgil Susanna Camusso, ospite del quarto congresso Unicost (Unità per la Costituzione) ricorda che per l'Italia non esiste nessun rischio Grecia e che non è per scongiurare il default che la manovra da 40 miliardi si è fatta irrinunciabile. Il segretario della Cgil addebita la responsabilità della manovra al governo e ai trattati europei che ha siglato a mani basse, senza un vero confronto che strappasse condizioni più favorevoli per l'Italia. Per questo, spiega la Camusso: "Non è utile per nessuno alimentare l'idea che l'Italia corre un rischio Grecia. Nonostante due anni di politiche che hanno indebolito il Paese facendo lievitare il debito pubblico, l'Italia ha ancora una struttura manifatturiera e di esportazione molto solide". La ragione per cui saremo costretti a fare la manovra è, dice ancora Camusso, "che il nostro Paese ha firmato un trattato internazionale che ora deve onorare, assumendo un impegno e accettando le condizioni che l'Europa ha posto. La manovra è solo responsabilità del governo e non un accidente della storia".
E su quale dovrebbe essere il primo principio ispiratore della manovra, il leader della Cgil non ha dubbi: "Misurarsi con le diseguaglianze del Paese e cercare di ridurle".
"Il piano, che prevede che inizi adesso un percorso verso il pareggio di bilancio nel 2014, e' stato approvato dal Parlamento Italiano", ricorda Confindustria, sottolineando che anche "l'Unione Europea lo ha avvallato, con la raccomandazione che vengano corrette tempestivamente eventuali deviazioni". Per questo motivo, "è essenziale che l'Italia mantenga fede agli impegni che si è assunta nei confronti della comunità internazionale. La credibilità e l'efficacia del piano di rientro saranno tanto maggiori quanto più incisive saranno le misure per la crescita, lungo le linee già previste nel Piano Nazionale per le Riforme".
Intanto, la leader della Cgil Susanna Camusso, ospite del quarto congresso Unicost (Unità per la Costituzione) ricorda che per l'Italia non esiste nessun rischio Grecia e che non è per scongiurare il default che la manovra da 40 miliardi si è fatta irrinunciabile. Il segretario della Cgil addebita la responsabilità della manovra al governo e ai trattati europei che ha siglato a mani basse, senza un vero confronto che strappasse condizioni più favorevoli per l'Italia. Per questo, spiega la Camusso: "Non è utile per nessuno alimentare l'idea che l'Italia corre un rischio Grecia. Nonostante due anni di politiche che hanno indebolito il Paese facendo lievitare il debito pubblico, l'Italia ha ancora una struttura manifatturiera e di esportazione molto solide". La ragione per cui saremo costretti a fare la manovra è, dice ancora Camusso, "che il nostro Paese ha firmato un trattato internazionale che ora deve onorare, assumendo un impegno e accettando le condizioni che l'Europa ha posto. La manovra è solo responsabilità del governo e non un accidente della storia".
E su quale dovrebbe essere il primo principio ispiratore della manovra, il leader della Cgil non ha dubbi: "Misurarsi con le diseguaglianze del Paese e cercare di ridurle".