Ciucci (Ad Stretto di Messina): “Vi racconto come faremo il Ponte”

Oltre 3.600 metri di lunghezza, 6mila veicoli all’ora, 200 treni al giorno, un investimento previsto pari a 13 miliardi e mezzo di euro, ricavi annui stimati tra i 535 e gli 800 milioni di euro e più di 100mila persone occupate nel lavoro. Questi sono solo alcuni dei numeri che compongono l’enorme progetto del Ponte sullo Stretto di Messina: un progetto che, dopo l’approvazione del Cipess del 6 agosto scorso, sembra sempre più vicino ad essere realtà. Quella del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile è stata “una decisione storica per il progetto che non aveva mai raggiunto questo livello di concretezza”, ha commentato a Sky TG24 Pietro Ciucci, amministratore delegato della società Stretto di Messina. Dopo decenni di tira e molla, passi avanti fatti da alcuni governi e retromarcia di altri, per Ciucci l’approvazione del progetto definitivo “è il completamento di due anni intensi di lavoro partiti a giugno 2023 in cui abbiamo operato su diversi fronti”. Dagli anni ‘60 ad oggi La storia del Ponte sullo Stretto inizia già negli anni ‘60, quando per la prima volta si comincia a parlare dell’idea di unire lo Stivale all’isola tramite un collegamento sospeso. Varie vicissitudini hanno più volte portato ad accantonare e a riesumare il progetto al punto da far pensare che non si sarebbe mai realizzato. Un breve riassunto per capire meglio di cosa si tratta: nel 1971 nasce la società Stretto di Messina, a inizio anni ‘90 arriva il progetto a campata unica, il governo Berlusconi nel 2001 accelera il progetto ma viene ostacolato da Prodi nel 2008, poi il nuovo rilancio con Berlusconi nel 2011 e lo stop definitivo nel 2012 con Monti che non solo sospende i contratti ma mette anche in liquidazione la società che, come ricordato dall’Ad Ciucci, è ripartita come start up nel giugno del 2023. Poi, nel 2022, l’opera riprende vita con il governo Meloni. Per la sua storia e non solo, quello del Ponte sullo Stretto è un progetto “complesso e articolato”. Per questo, ha spiegato il numero uno della società concessionaria per la progettazione, realizzazione e gestione del collegamento, “è un passaggio normale la verifica da parte della Corte dei Conti che darà con la sua registrazione efficacia alla delibera del Cipess". "Contemporaneamente - ha aggiunto - riprenderanno vigore i contratti con il contraente generale e gli altri affidatari che sono gli operatori che dovranno realizzare l’opera. Contratti che abbiamo aggiornato nei giorni antecedenti la delibera del Cipess”. Il tema dei costi Uno dei temi al centro del dibattito sull’opportunità o meno della realizzazione del Ponte è il costo del progetto. L’investimento previsto è di 13 miliardi e mezzo di euro: una previsione che però lascia dubbiosa l’Autorità nazionale anticorruzione secondo la quale la mancanza, ad oggi, di un progetto esecutivo non permette di avere una stima realistica dei costi. Non è d’accordo Pietro Ciucci che, sottolineando come l’aumento dei costi dal progetto del 2011 ad oggi sia dovuto “solo all’aumento delle materie prime”, ha sottolineato che “non è preciso dire che non è possibile quantificare il valore del progetto sulla base della progettazione definitiva. Noi diciamo Ponte sullo Stretto e pensiamo al ponte come struttura ma in realtà dentro quel progetto ci sono tante altre cose: non è un monumento isolato”. Proprio l’estrema complessità dell’opera porta a pensare che sia difficile fare una stima attendibile ma per l’Ad Ciucci è importante distinguere il progetto definitivo dalla progettazione esecutiva: ad oggi, la valutazione “anche con margini prudenziali è dei 13 miliardi e mezzo già indicati. La progettazione esecutiva è invece una fase di affinamento che però non mette in dubbio il progetto definitivo che - ha ribadito - rimane quello che abbiamo valutato e già aggiornato a febbraio del 2024 rispetto al 2011. Sarei ingenuo se dicessi che da qui a 8 anni non possa esserci un aumento dei prezzi: ci auguriamo di no ma stiamo vivendo una realtà in cui ogni giorno accadono fatti incredibili”. Il tema ambientale Un altro anello fondamentale riguarda l’impatto ambientale. In questi giorni, fatte le dovute analisi, si è detto che il Ponte sarà in grado di resistere a un sisma con magnitudo fino a 4.1 e a venti fino a 200 km all’ora. “Senz’altro ci sono esperti che hanno dato il via libera”, ha commentato l’Ad di Stretto di Messina: “Abbiamo avuto, dopo un anno intero di lavoro, a novembre dello scorso anno il parere favorevole del Ministero dell’Ambiente e a maggio un secondo parere positivo sulla valutazione di incidenza ambientale che riguarda i siti e le specie protette. Quindi l’impatto ambientale è stato valutato e la compatibilità accertata. Perché - si chiede Ciucci - mettere ancora in discussione questo tema?”. Tra i contratti che riprenderanno vigore dopo l’autorizzazione della Corte dei Conti, ha ricordato inoltre l’Amministratore delegato, “ce n’è anche uno con il cosiddetto Monitore ambientale che svolgerà il monitoraggio ambientale dell’area vasta sia prima dell'apertura del cantiere, sia durante, che dopo la chiusura: un’attività nella quale investiamo 45 milioni di euro”. Auto e treni Focalizzandosi sul collegamento in quanto tale, si parla di centinaia di treni che passeranno dal Ponte al giorno e migliaia di automobili ogni ora. Quello della sicurezza e della fattibilità del transito di mezzi di trasporto su rotaie “è uno degli aspetti più studiati e verificati”, ha detto Ciucci confermando che il progetto, che sarà ulteriormente affinato “è fattibile e ne siamo convinti: non solo io o le persone della società ma tutte le decine di studiosi, ricercatori, ingegneri e progettisti che hanno partecipato”. C’è poi il tema dei pedaggi per i veicoli su strada: lo scorso anno si parlava di costi di pedaggio per le automobili tipo utilitaria pari a circa 40 euro, ovvero lo stesso costo dell’attuale traghetto. Ad oggi, invece, si parla di meno di 7 euro. Due cifre ben lontane che necessitano di un chiarimento. Si tratta, ha sottolineato Pietro Ciucci, di “due cose diverse. Un anno fa abbiamo sviluppato un’analisi costi-benefici in cui si era valutata un’ipotesi prudenziale che i tecnici definiscono di isocosto: cioè, tanto paghi attualmente per il traghetto tanto pagherai per passare con il Ponte. Un altro conto è il piano economico-finanziario in cui si parla di costi e ricavi: la tariffa fa parte dei ricavi e serve nello specifico a coprire i costi di manutenzione ordinaria e straordinaria visto che l’intero investimento di 13 miliardi e mezzo è coperto con fondi pubblici. L'ipotesi del piano finanziario approvato dal Cipess - ha quindi sottolineato - è di avere un costo per le autovetture intorno ai 7 euro a chilometro. Non c’è una contraddizione tra le due cose”. Gli espropri Infine un tema chiave come quello degli espropri che coinvolge anche i cittadini principalmente di Messina e Villa San Giovanni. “Come prevede la legge - ha spiegato Ciucci - abbiamo pubblicato mesi fa tutto il piano degli espropri con tutte le ditte coinvolte e abbiamo aperto un ufficio sia a Messina che a Villa in cui abbiamo ricevuto tutti gli interessati che desideravano ricevere o anche dare informazioni. Poi abbiamo ottimizzato il piano, l’abbiamo ripubblicato ed è stato analizzato dal Cipess. Ora si può partire con gradualità perché il progetto stesso si avvierà gradualmente con le prime opere e parallelamente inizieranno gli espropri. Nessuno - ha aggiunto l’Ad di Stretto di Messina - sarà messo fuori casa il giorno dopo. Stipuleremo accordi con le varie categorie interessate supportati anche dalle istituzioni, e sono previsti incentivi per favorire l’adesione volontaria. Un lavoro che partirà a settembre/ottobre dopo l’approvazione della Corte di Conti”.

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Claudia Torrisi