Morte Dj Godzi a Ibiza, è giallo sulla causa del decesso. Cosa sappiamo

Cronaca
©Ansa

Introduzione

Sono ancora molti gli aspetti da chiarire sulla morte di dj Godzi, il 35enne napoletano Michele Noschese, deceduto all'alba di sabato 19 luglio nella sua casa di Ibiza, dopo una festa. "Era ubriaco, aveva assunto droga e si è sentito male. Abbiamo tentato inutilmente di rianimarlo", la ricostruzione della Guardia Civil. "È stato legato mani e piedi, picchiato e portato direttamente all'obitorio", invece, quella consegnata dagli amici del dj al padre e da lui trasferita in una denuncia per omicidio volontario. Sul caso, il ministro degli Esteri Tajani ha precisato che il "console di Barcellona sta seguendo la vicenda: sosteniamo e agevoliamo la famiglia"

Quello che devi sapere

La morte di Michele Noschese

Il dj e producer napoletano Michele Noschese, in arte Godzi, come detto, è morto a Ibiza. Aveva 35 anni. Il suo corpo è stato trovato senza vita la notte del 19 luglio sull’isola delle Baleari, dove viveva da circa 10 anni. A dare la notizia della scomparsa, in un primo momento, sono state diverse pagine social legate al mondo della musica elettronica e techno, subito seguite da centinaia di messaggi di cordoglio arrivati da amici, colleghi e fan.

 

Per approfondire:

Morte Dj Godzi a Ibiza, il padre: "È stato legato e picchiato"

La festa a casa, poi l'arrivo della Guardia Civil e la lite

Secondo alcune fonti locali, riportate anche dal Corriere della sera, Noschese si trovava nella sua abitazione, in Calle Lausanne, a Roca Lisa, tranquilla area residenziale, a mezza strada tra Ibiza town e Santa Eulalia del Rio. Lì era in corso una festa. Il volume elevato della musica avrebbe spinto i vicini a contattare la Guardia Civil. Al loro arrivo, si sarebbe verificato un alterco tra gli agenti e il dj napoletano. Alcuni testimoni riferiscono che Noschese sarebbe stato picchiato, e che il suo corpo senza vita sia stato successivamente trasferito direttamente in obitorio. La magistratura locale ha aperto un fascicolo.

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La versione della Guardia Civil

“Mi hanno detto che stavano facendo una riunione tra amici, suonavano, bevevano qualcosa, mangiavano, ci sono stati un po' di schiamazzi ed è stata chiamata la polizia. E poco dopo la polizia è arrivata", ha racconta al Tgr Giuseppe Noschese, il padre di Michele, che è stato avvertito dagli amici di Michele della sua morte e si è recato ad Ibiza, dove è arrivato la sera di sabato. Da quel momento in poi le due versioni sull'accaduto divergono. La Guardia Civil di Palma de Mallorca, interpellata dall'Ansa, ha dichiarato: Noschese "era sotto effetto di sostanze stupefacenti" e "in preda ad allucinazioni" quando sabato mattina, dalla sua abitazione, avrebbe minacciato "un vicino in avanzata età con un coltello". Secondo la Guardia Civil, "gli agenti hanno tentato di contenere l'aggressore e cercato di immobilizzarlo" ed è in questa fase che "Noschese ha cominciato ad avere le convulsioni". Gli agenti a quel punto hanno tentato di rianimarlo con manovre "cardiopolmonari" fino all'arrivo dei servizi sanitari, "ma senza esito". La morte del dj sarebbe quindi avvenuta sul posto per arresto cardiaco.   

La versione del padre

Secondo Giuseppe Noschese, noto medico napoletano, però, le cose sarebbero andate diversamente. Il suo racconto è tratto dalle testimonianze degli amici del figlio. "Mi hanno detto che gli agenti hanno fatto uscire tutti e sono rimasti solo con Michele, che è stato legato mani e piedi, messo in una condizione di sottomissione e sembrerebbe che sia stato malmenato in maniera particolarmente energica, al punto tale che non è stato nemmeno necessario un trasferimento in ospedale ma direttamente all'obitorio".   

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L'autopsia

Un chiarimento dovrebbe arrivare dall'autopsia che si è svolta il 21 luglio "abbastanza frettolosamente", secondo quanto ha denunciato Giuseppe Noschese, e senza la presenza di un consulente di parte della famiglia, arrivato solo il giorno successivo sull'isola e che "probabilmente chiederà un'integrazione diagnostica". Lo svolgimento di un esame autoptico da parte di un medico "indipendente" e alla presenza di un perito di parte era una delle richieste avanzate all'autorità giudiziaria spagnola dai familiari della vittima, che hanno presentato un esposto in cui si ipotizza l'omicidio volontario a carico degli agenti intervenuti, di cui si chiede l'identificazione, così come si chiede l'acquisizione dei filmati dell'arresto. Un primo esame medico effettuato poco dopo il decesso non avrebbe comunque evidenziato lesioni riconducibili a percosse. Tuttavia, viene sottolineato dalla legale Rosanna Alvaro, "potremmo averne oggi la certezza solo se fossero state eseguite una tac o una risonanza magnetica. Cosa che non è avvenuta. Riteniamo che gli esami finora eseguiti siano incompleti e ora stiamo valutando se chiedere l'esecuzione di una nuova autopsia, o comunque altri accertamenti, questa volta in presenza di un nostro consulente di parte", un professionista di Palma di Maiorca che sta coadiuvando le indagini difensive dei legali.

 

Per approfondire:

Dj morto Ibiza, presunto pestaggio. Padre: "Testimoni". VIDEO

 

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