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Caso La Russa jr, la ragazza che lo accusa di violenza chiede imputazione coatta

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Ora la decisione è nelle mani del giudice che dovrà fissare un'udienza per discutere l'istanza e decidere per l’archiviazione,  disporre nuove indagini o accettare la richiesta del legale

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È stata depositata l'opposizione alla richiesta di archiviazione dell'inchiesta per violenza sessuale a cui rispondono Leonardo Apache La Russa e il dj Tommaso Gilardoni. Stefano Benvenuto, l'avvocato della presunta vittima che ha denunciato il figlio del presidente del Senato, come già anticipato nei giorni scorsi, ha presentato l'atto, una quarantina di pagine, con cui ha chiesto alla gip Rossana Mongiardo, di procedere ordinando "l'imputazione coatta" e, dunque, di non accogliere l'istanza presentata lo scorso 8 aprile dalla pm Rosaria Stagnaro e dall'aggiunta Letizia Mannella. La presunta vittima era "al momento dei fatti, in palese stato confusionale, aveva assunto plurime sostanze farmacologiche e di tipo stupefacente". Uno stato di "grave alterazione" che i testimoni - alcuni contattati prima di rendere dichiarazioni in questura - restituiscono solo in parte, più incisive appaiono invece le intercettazioni in cui le parole "non era in sé", "parla sconclusionata" o ancora "lei era palesemente fuori incapace di decidere cosa volesse fare e lui ha chiaramente approfittato di ciò" si susseguono. Queste alcune delle motivazioni alla base della richiesta della legale della presunta vittima. 

 

La decisione dei magistrati

Al temine di molteplici accertamenti, i magistrati hanno concluso che i due giovani sono responsabili di revenge porn e non di stupro. Secondo l'ipotesi accusatoria, avrebbero diffuso, condividendoli, due video privati della nottata senza il consenso della ragazza. Anche se secondo la ricostruzione di un’amica della presunta vittima, testimone oculare, "è possibile accertare che la giovane, visto il peso e le bevande ingerite "aveva al momento dei fatti un tasso alcolemico pari a 3,2 g/litro, prossima al coma etilico", come certifica il consulente e medico Massimo Rovati. Un livello di alcol che "necessita, per il suo completo smaltimento, di circa 21 ore e 18 minuti". Considerato che la presunta violenza sarebbe avvenuta meno di due ore dopo e che all'alcol vanno aggiunti "gli effetti combinati di tutte le farmacologiche e stupefacenti" per la difesa e il consulente medico "appare evidente che la parte offesa fosse in un tale stato di alterazione da incidere negativamente nella sfera della propria autodeterminazione" con riflessi anche sul linguaggio e sui ricordi. Ora, però, la decisione è nelle mani del giudice che dovrà fissare un'udienza per discutere l'istanza e decidere per l’archiviazione, disporre nuove indagini o ordinare l'imputazione coatta come vuole il legale.

 

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