Esplora tutte le offerte Sky

Omicidio Fabrizio Piscitelli detto "Diabolik", condanna all'ergastolo per Calderon

Cronaca
©Ansa
Omicidio Piscitelli, Calderon condannato all'ergastolo
NEWS
Omicidio Piscitelli, Calderon condannato all'ergastolo
00:02:02 min

L'imputato, all'anagrafe Gustavo Aleandro Musumeci, è stato condannato come autore materiale del raid che ha portato alla morte del capo ultrà della Lazio conosciuto come Diabolik. Il caso risale all'agosto del 2019 al Parco degli Acquedotti, nel quartiere Tuscolano, a Roma. A Calderon non è stato però riconosciuto il metodo mafioso. Difesa Calderon: "Ricorreremo in Appello"

PlayCreated with Sketch.
ascolta articolo

Ergastolo per Raul Esteban Calderon per l'omicidio di Fabrizio Piscitelli, l'ultras della Lazio e capo degli Irriducibili noto come Diabolik, ucciso con un colpo di pistola alla testa il 7 agosto del 2019 nel parco degli Acquedotti. I giudici della Terza Corte di Assise di Roma con la sentenza, arrivata dopo oltre cinque ore di camera di consiglio, non hanno riconosciuto però l’aggravante del metodo mafioso come chiesto invece dai pm Mario Palazzi, Rita Ceraso e Francesco Cascini. Calderon, cittadino argentino la cui vera identità, secondo quanto emerso nel corso del processo, è quella di Gustavo Alejandro Musumeci, ha seguito la lettura del dispositivo in videocollegamento dal carcere di Larino rimanendo impassibile

Il processo

Al momento della lettura della sentenza erano presenti nell’aula bunker di Rebibbia la madre, la sorella e il fratello di Piscitelli, costituiti parti civili nel processo che si è aperto il 23 febbraio del 2023.  C'erano anche la vedova e le figlie di Piscitelli che invece non si sono costituite. Il processo è durato oltre due anni, con più di quaranta udienze e decine di testimoni: dall’autista cubano, che accompagnava il leader degli Irriducibili e che era con lui sulla panchina quando il killer ha aperto il fuoco, alla ex di Calderon, Rina Bussone, diventata la sua principale accusatrice. Nel corso delle udienze è anche stato mostrato e analizzato il video del delitto ripreso da una videocamera posizionata sul terrazzo di un appartamento di via Lemonia. Si vede il killer dirigersi verso la panchina dove Piscitelli è seduto insieme al suo autista, l’esplosione del colpo mortale e la fuga.  

Oggi nell'aula bunker di Rebibbia a Roma
Oggi nell'aula bunker di Rebibbia a Roma - ©Ansa

Sorella Diabolik: "Sentenza ergastolo dà giustizia"

“Credo che una sentenza diversa sarebbe stata il capolavoro dell'ingiustizia, certo sarebbe stato auspicabile il riconoscimento del metodo mafioso visto che mio fratello è stato descritto come un boss. Dopo quanto emerso nel corso del processo, Musumeci non poteva evitarsi un secondo ergastolo, oltre ai dodici anni già confermati in appello per un tentato omicidio”. Questo il commento affidato all’Adnkronos dalla sorella di Fabrizio Piscitelli dopo la sentenza. La donna è parte civile insieme alla madre e al fratello nel processo che si è aperto nel febbraio del 2023. “La Corte d'Appello e la Cassazione a cui certamente ricorreranno i legali di questo soggetto non credo daranno esiti diversi che decreterebbero la morte della giustizia - ha aggiunto la sorella di Piscitelli - Mio fratello nonostante la sua devianza e nonostante abbia fatto parte di questo sudiciume, deve avere giustizia. Una risposta doverosa non solo a noi familiari ma anche alla parte di società più sana e civile. Spero che a breve il quadro ormai chiaro sui mandanti i cui nomi e soprannomi ricorrono da tempo, trovi la giusta cornice". 

Difesa Calderon: "Ricorreremo in Appello"

“Non possiamo essere soddisfatti perché noi sosteniamo che l'autore di questo omicidio non è Calderon. Per questo siamo totalmente insoddisfatti ma per niente sorpresi”. A dirlo l’avvocato Gian Domenico Caiazza difensore, insieme alla collega Eleonora Nicla Moiraghi, di Raul Esteban Calderon. “Il fatto che non sia stato riconosciuto il metodo mafioso è certamente un risultato - sottolinea il penalista - I giudici hanno escluso anche l'aggravante del nesso teleologico tra il furto dell'arma e l'omicidio. Se è stata esclusa questa aggravante dobbiamo immaginare che abbiano escluso forse che l'arma dell’omicidio sia stata quella, ma lo capiremo leggendo le motivazioni. Siamo comunque persuasi che non sia Calderon l'autore dell'omicidio. Non c'è dubbio che ricorreremo in appello”.

Cronaca: i più letti