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Como, illeciti finanziari e usura: sequestri per un valore di 2,7 mln di euro

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Un 79enne aveva accumulato, a partire dalgli anni '80, tredici appartamenti sparsi tra Como, Luisago, Cadorago, Inverigo e in Val d'Intelvi. Il provvedimento è collegato all'operazione "Chi vuole essere milionario", condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Como del novembre del 2020

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Sono stati sequestrati tredici immobili ubicati a Como e provincia e svariati rapporti finanziari, tra cui conti correnti e strumenti finanziari, per un valore complessivo di oltre 2,7 milioni di euro, in un'indagine congiunta della Direzione Investigativa Antimafia di Milano e della Guardia di Finanza di Como.  Nel provvedimento, emesso dal Tribunale di Milano, si ritiene che siano nella disponibilità diretta o indiretta di G. P. di 79 anni, un pluripregiudicato con diverse condanne definitive per reati finanziari, tra cui usura e abusiva attività finanziaria. Secondo le indagini esiste "una condizione di sproporzione tra i redditi ufficialmente dichiarati dall’uomo e dal suo nucleo familiare, e i numerosi investimenti immobiliari effettuati nel tempo, con conseguente presunzione della provenienza illecita delle risorse utilizzate" hanno precisato la Dia e la Gdf.

Dagli anni ’80 ad oggi

L'uomo sottoposto alla misura aveva tredici appartamenti sparsi tra Como, Luisago, Cadorago, Inverigo e in Val d'Intelvi. Il provvedimento è collegato all'operazione "Chi vuole essere milionario", condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Como del novembre del 2020. Gli approfondimenti compiuti, dalla fine degli anni '80 ad oggi, hanno permesso anche "di accertare che alcune abitazioni sarebbero state ottenute quale contropartita per la mancata restituzione delle somme concesse ad usura", attraverso prestiti con un tasso di interesse fino anche all'80%. Chi non riusciva a onorarlo veniva obbligato a cedere attraverso delle vendite simulate immobili preventivamente ipotecati a favore dell'usuraio. Le indagini hanno dimostrato come l'attuale ingente patrimonio sia stato progressivamente accumulato grazie al reimpiego dei proventi illeciti. "Grazie al Codice antimafia” ha spiegato il Tenente Colonnello Michele Rucci, comandante del Nucleo di Polizia economico finanziaria Como “questo tipo di analisi patrimoniale permette di andare oltre l'arco temporale delle singole indagini, e di ricostruire e quindi aggredire il patrimonio illecito costituito negli anni valutandone la compatibilità con il reddito dei soggetti coinvolti".

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