Secondo la Procura di Milano, il presidente autosospesosi di Fondazione Fiera Milano e titolare dell'agenzia investigativa, indagato a piede libero, "può chiedere di entrare in chat e mail" che riguardano il suo caso e "acquisire informazioni segrete"
Il caso di Enrico Pazzali, presidente autosospesosi di Fondazione Fiera Milano e titolare di Equalize, si complica. Secondo la Procura di Milano, esiste un "concreto pericolo" che possa accedere a informazioni segrete relative all'inchiesta sulle cyber-spie, in cui risulta indagato e attualmente "a piede libero". Il timore degli inquirenti è che Pazzali possa intercettare dati sensibili entrando in chat e mail degli investigatori, sfruttando presunti "servizi illeciti offerti" da Gabriele Pegoraro o da altri hacker. Lo scrivono i pm di Milano che per Pazzali insistono al Riesame per i domiciliari, dopo il no del gip alla misura.
Gallo a pm: "Pazzali sapeva delle testimonianze in corso"
Oltre ad aver saputo, prima che scoppiasse lo scandalo, dell'esistenza dell'indagine nei suoi confronti grazie, secondo i pm, alla sue rete di rapporti ad alti livelli istituzionali, Pazzali sarebbe stato anche "a conoscenza delle sommarie informazioni", ossia di testimonianze che venivano acquisite nell'inchiesta con al centro Equalize e le presunte cyber-spie. L'elemento emerge da uno dei verbali di interrogatorio dell'ex superpoliziotto Carmine Gallo, morto il 9 marzo mentre era ai domiciliari dal 25 ottobre. Secondo Gallo, Pazzali "mi diceva 'guarda che ho saputo', sempre da questo della - omissis - o credo dal diretto interessato, che avevano interrogato questo - omissis".

Leggi anche
Inchiesta dossieraggi, Gallo: "Intimidazione da un altro indagato"
"Pazzali era impazzino per la fuga di notizie" quando ha saputo di essere sotto inchiesta
I verbali contengono tantissimi nomi ancora oscurati. Pazzali, come ricostruito dai pm sulla base delle dichiarazioni di Gallo, andò a Roma "per acquisire informazioni" sull'indagine, dato che, come ha messo a verbale l'ex ispettore, "era impazzito con questa fuga di notizie", quando aveva saputo che poteva essere sotto inchiesta. E quando tornò a Milano disse a Gallo, si legge ancora negli atti depositati in vista del Riesame del 19 marzo, che "effettivamente, esiste un'indagine di criminalità organizzata in materia di rifiuti (il pm titolare si è occupato di molte indagini di questo genere, ndr)" e che "è coinvolto anche Gallo". Avrebbe saputo pure che il tema di indagine era la raccolta illecita "degli Sdi", ossia quegli accessi abusivi alla banca dati delle forze dell'ordine, attraverso Gallo e funzionari infedeli delle forze dell'ordine.
