La 17enne è stata ritenuta colpevole di aver ucciso la madre e i due fratelli di 16 e 5 anni, insieme al padre Giovanni Barreca e a una coppia di amici fanatici religiosi, durante un folle rito di liberazione al demonio. Il pm aveva chiesto 18 anni
È stata condannata a 12 anni e 8 mesi la 17enne che, insieme al padre Giovanni Barreca e a una coppia di amici fanatici religiosi, ha ucciso, il 10 febbraio dell'anno scorso, la madre e due fratellini, durante un folle rito di liberazione al demonio. Il pm aveva chiesto 18 anni. La minorenne era accusata di omicidio plurimo aggravato e occultamento di cadavere della mamma Antonella Salamone, e dei due fratelli Kevin di 16 anni ed Emmanuel di 5.
La strage nella villetta di famiglia
La ragazza, che nel frattempo ha compiuto 18 anni, avrebbe torturato e ucciso la madre e i fratellini insieme al padre e ai due amici di lui. Gli omicidi sono avvenuti un anno fa nella villetta di famiglia dove, per giorni, i quattro avrebbero cercato, con torture di ogni tipo, di liberare dalle presenze demonianche la famiglia Barreca. La ragazzina ha sempre ammesso i fatti. I carabinieri, avvisati dal padre della minorenne che chiamò i militari consegnandosi la notte dopo i delitti, la trovarono che dormiva nella sua stanza.
Barreca ritenuto capace di intendere e di volere
Prima della condanna della giovane da parte del gup del tribunale dei minorenni, si era conclusa la prima udienza in Corte d'assise per i gli imputati adulti, accusati della strage. Tre in questo caso le persone alla sbarra: il padre di famiglia Giovanni Barreca, che i giudici della Corte d'assise di Palermo oggi hanno ritenuto capace di intendere e di volere, e i due santoni fanatici religiosi Sabrina Fina e Massimo Carandente. Barreca aveva ottenuto dal gip termitano la dichiarazione di incapacità ma la Procura aveva fatto ricorso per il mancato rispetto delle procedure di legge e il tribunale del riesame lo aveva accolto. Stamattina la questione è stata riproposta dall'avvocato Giancarlo Barracato, con riferimento anche alla capacità di stare validamente in giudizio, ma il collegio presieduto da Vincenzo Terranova ha rigettato le obiezioni ed è andato avanti, respingendo anche altre eccezioni relative alla presunta nullità del decreto che dispone il giudizio. A fine udienza Sabrina Fina, ammessa a sedere accanto al suo avvocato, Franco Critelli, ha sostenuto con alcune dichiarazioni spontanea di essere incapace di fare del male e di amare i bambini e gli animali.