Pedopornografia, 25 in manette per contenuti generati dall'IA. Altri arresti in Italia
Cronaca
Per l'agenzia di polizia europea questa operazione, denominata Cumberland, è uno dei primi casi di pornografia infantile generata dall'intelligenza artificiale. In Italia arrestate intanto 34 persone in città diverse con l'accusa di sfruttamento sessuale dei minori online. Le indagini sono state condotte dalla Polizia di Stato e coordinate dalla procura di Catania coinvolgendo circa 500 operatori
Distribuivano online contnuti pedopornografici generati dall'intelligenza artificiale. Con questa accusa l'Europol, in quella che è una delle prime operazioni internazionali di questo tipo, è riuscita ad arrestare 25 persone. "L'operazione Cumberland - ha affermato in una nota l'agenzia di polizia europea, con sede all'Aia - è stato uno dei primi casi di pornografia infantile generata dall'intelligenza artificiale, rendendo il compito degli investigatori particolarmente difficile a causa della mancanza di una legislazione nazionale riguardante questi crimini".
Maxioperazione in Italia
Arresti e perquisizioni anche in una maxioperazione nazionale condotta dalla Polizia di Stato italiana e coordinata dalla procura di Catania. Oltre 100 perquisizioni e 34 arresti sono stati eseguiti in 56 città: le persone arrestate sono tutti maschi, di età compresa tra 21 e 59 anni. Gli indagati detenevano ingente materiale pedopornografico e decine di migliaia di file illegali. Nei loro confronti l'accusa è di sfruttamento sessuale dei minori online. Secondo la Polizia postale, che ha messo in campo 500 operatori, si tratta di una tra le più vaste azioni compiute ad oggi in Italia.
Attività sotto copertura
Due degli arrestati, oltre a detenere migliaia di file pedopornografici, avevano immagini e video autoprodotti con abusi sessuali su minori, vittime che sono state già identificate dagli operatori di Polizia. L'indagine, attraverso un'attività sotto copertura su una piattaforma di messaggistica istantanea, ha consentito alla Polizia postale di individuare diversi gruppi dediti allo scambio di materiale pornografico minorile, con bambini abusati in età infantile ed episodi di zooerastia con vittime minori. L'identificazione degli utenti, che attivamente scambiavano immagini e video di pornografia minorile, ha richiesto un lungo lavoro di approfondimento, anche con approfondimenti investigativi all'estero disposti dalla Procura etnea. La gran parte degli indagati faceva ricorso a sofisticati sistemi di crittografia e all'archiviazione in cloud.
Curcio: "Servono misure più incisive"
Il fenomeno della pedopornografia online è "in crescita" e lo si "deve contrastare, e noi lo contrastiamo", ma "naturalmente sarebbe necessario prevedere delle misure più incisive di carattere restrittivo nei confronti delle persone che fanno questo ignobile commercio". Lo ha detto il procuratore di Catania, Francesco Curcio, a margine della conferenza stampa sull'operazione 'Hello' della Polizia postale. Le vittime avevano dai tre anni in su. L'indagine ha svelato la presenza di chat pedopornografiche all'interno di un social network, non tra i più diffusi. "L'indagine - ha spiegato il magistrato - tratta fatti enormemente gravi con migliaia di bambini che resteranno segnati da questi abusi".