Neonati sepolti a Parma, giudici: "Chiara Petrolini non voleva che venissero trovati"

Cronaca
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Quando ha sepolto il neonato partorito il 7 agosto nel giardino di casa, la 21enne non voleva solo nascondere temporaneamente il corpicino, ma "sottrarlo in via definitiva alla scoperta da parte di terzi". Lo dice il Tribunale del Riesame di Bologna, parlando di "estrema lucidità, inusitata freddezza esecutiva e sconcertante assenza di scrupoli o remore"

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"Estrema lucidità. Inusitata freddezza esecutiva. Sconcertante assenza di scrupoli o remore. Apparente mancanza di qualunque ripensamento, oltre che di sfrontatezza. Inaffidabilità totale nelle relazioni personali anche più intime. Eccezionali capacità sia di nascondimento dei propri misfatti sia di mistificazione e dissimulazione. Mancanza di partecipazione e di compassione". Sono le caratteristiche della condotta di Chiara Petrolini, per il Riesame che ha disposto il carcere (non esecutivo fino alla Cassazione) per la 21enne, indagata dopo il ritrovamento di due neonati morti nel giardino. A darne notizia è la Procura di Parma.

Una condotta replicata

Chiara Petrolini, quando ha sepolto il neonato partorito il 7 agosto nel giardino di casa, non voleva solo nascondere temporaneamente il corpicino, ma "sottrarlo in via definitiva alla scoperta da parte di terzi". Lo dice il Tribunale del Riesame di Bologna, motivando la sussistenza del reato di soppressione di cadavere (e non solo occultamento) per la ragazza, per cui si dispone la custodia cautelare in carcere. Secondo il Tribunale, riassume la Procura di Parma, il nascondimento del cadavere è stato realizzato in maniera tale da assicurare, con alto grado probabilità, la definitiva sottrazione del piccolo cadavere alla scoperta da parte di terzi, ed in ciò si ravvisa la soppressione del cadavere stesso, anche perché si è trattato di una condotta che replicava esattamente la situazione del 2023, e non vi è ragione per ritenere che, a distanza di un anno, la medesima condotta debba essere valutata in maniera differente. Inoltre l'intenzione dell'indagata è stata ricavata, per i giudici, proprio da una risposta che la 21enne ha dato alla Procura durante un interrogatorio. Al Pm che le ha contestato la ricerca sul web subito dopo il parto ("dopo quanto tempo puzza un cadavere"), Chiara Petrolini ha risposto: "L'avevo cercata per i cani, perché pensavo che potessero sentire l'odore e quindi tirarlo fuori. Io non l'avrei mai spostato da lì".

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