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Migranti, rientrano in Italia gli operatori dei centri per il rimpatrio in Albania

Cronaca

Resta adesso a presidio un piccolo contingente di 7 persone per l’amministrazione e la necessaria formazione del personale albanese in attesa del 4 dicembre, quando la Cassazione si pronuncerà sulla questione dei “Paesi sicuri” e sui ricorsi del Viminale contro i decreti dei magistrati di Roma che a metà ottobre avevano inviato in Italia i primi 12 richiedenti

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Tutti gli operatori sociali di Medihospes, l'ente gestore dei Centri italiani in Albania per il rimpatrio dei migranti, lasceranno Schengjin e Gjader per rientrare in Italia entro il fine settimana. E a quanto si apprende non sarebbero previsti ricambi. Ma dal Viminale trapela che i centri restano comunque operativi e vigilati. Attualmente, sottolineano fonti del ministero dell'Interno, il personale è stato ridotto e varia in base alle esigenze del momento. La scorsa settimana gli agenti in trasferta, che a pieno regime dovrebbero essere 295, erano stati ridotti quasi di un quarto: da 220 a 170. Resta adesso a presidio un piccolo contingente di 7 persone per l’amministrazione e la necessaria formazione del personale albanese in attesa del 4 dicembre, quando la Cassazione si pronuncerà sulla questione dei “Paesi sicuri” e sui ricorsi del Viminale contro i decreti dei magistrati di Roma che a metà ottobre avevano inviato in Italia i primi 12 richiedenti.

"Salatissima propaganda"

Esulta il segretario di +Europa Riccardo Magi: "Missione compiuta! Il Governo è riuscito nell'impresa dei rimpatri. Dei migranti? No, degli operatori italiani mandati in Albania, che entro il weekend rientreranno a casa. Prima lo spreco enorme di fondi pubblici, poi le sentenze dei tribunali e i centri svuotati, in seguito il rientro di una parte del personale di polizia, ora il ritorno degli operatori. Un fallimento epocale. Per fortuna". E aggiunge: "Dall'apertura dei centri albanesi a oggi, in Italia sono sbarcate 6.000 persone migranti. Se i giudici non avessero applicato le leggi, oggi in Albania ce ne sarebbero appena 18. Non solo Giorgia Meloni prende in giro gli italiani, ma fa pagare a ciascuno di noi il conto della sua salatissima propaganda: un miliardo di euro. Mentre dimenticano i giovani danno mance di 7 euro agli infermieri e non fanno niente contro le liste d'attesa. La Presidente del Consiglio fermi questa pantomima, rispetti le leggi e i diritti e chieda scusa a tutti gli italiani".

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La Federazione degli Ordini dei Medici e degli Odontoiatri

Da registrare anche la mozione della Federazione degli Ordini dei Medici e degli Odontoiatri che, rispondendo alle segnalazioni di organizzazioni umanitarie tra le quali Emergency e Medici senza Frontiere sulle modalità per la selezione delle persone non vulnerabili da trasferire nei centri in Albania, sottolinea: "La selezione dei migranti a fini amministrativi non è un processo di cura". Il medico ha un solo fine: curare senza alcuna discriminazione e "dovrà essere perseguito in tutti i percorsi del protocollo Italia-Albania che coinvolgono i medici". Nei percorsi che coinvolgono i medici serve "prevedere la presenza di figure adeguatamente formate". 

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