Visibilia, caso Cig: Santanché chiede trasferimento procedimento a Roma. Inps parte civile

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Si è tenuta a Milano l’udienza preliminare per presunte irregolarità nell'uso della cassa integrazione Covid. La ministra, non presente in aula ma che si è detta “ottimista”, è accusata di truffa aggravata all'Inps insieme al compagno Dimitri Kunz, a Paolo Giuseppe Concordia e alle due società Visibilia Editore (che ha proposto di patteggiare) e Visibilia Concessionaria. Inps ammessa come parte civile. Difesa chiede che il procedimento si sposti a Roma per competenza territoriale. Prossima udienza il 23 ottobre

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È duranta poco più di un'ora l'udienza preliminare con al centro una delle tranche del caso Visibilia, che vede accusati di truffa aggravata all'Inps - in relazione a presunte irregolarità nell'uso della cassa integrazione in deroga nel periodo Covid - la ministra del Turismo Daniela Santanchè, il compagno Dimitri Kunz, il collaboratore Paolo Giuseppe Concordia e le due società Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria. L'Inps è stata ammessa come parte civile nel procedimento per i danni patrimoniali e di immagine. Lo ha deciso la gup di Milano Tiziana Gueli, che si è invece riservata sulla richiesta della difesa dell'esponente politica di sollevare la competenza territoriale, sostenendo che sia Roma - e non Milano - la sede idonea alla discussione. Sempre nell'udienza odierna, Visibilia Editore spa ha prospettato un patteggiamento. La prossima udienza è il 23 ottobre. La ministra non era presente in aula, ma ha parlato della vicenda giudiziaria all'arrivo all'inaugurazione del Ttg Travel Experience, la fiera del turismo di Rimini. "Vi sembro preoccupata? Sono ottimista", ha detto ai cronisti. E aveva anche anticipato: "Escludo che arrivi un rinvio a giudizio oggi".

L’udienza preliminare

Per i pm Marina Gravina e Luigi Luzi, Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria - società del gruppo fondato dalla senatrice di FdI - hanno chiesto e ottenuto la cassa integrazione in deroga nel periodo della pandemia Covid per 13 dipendenti per 126mila euro, ma questi ultimi in realtà lavoravano. I pm, quindi, contestano presunte irregolarità con ingenti danni per l'istituto previdenziale. L'udienza preliminare potrebbe chiudersi con la decisione sul rinvio a giudizio o meno nel giro di poco tempo, dopo altre due o tre udienze nelle prossime settimane.

L'Inps parte civile

Nell'udienza di oggi, la giudice ha ammesso l'Inps - con l'avvocato Aldo Tagliente - come parte civile, istituto che chiede di quantificare in via equitativa i danni subiti, quelli patrimoniali sui soldi versati (oltre 126mila euro per le due società) per la cassa in deroga mentre i dipendenti lavoravano, quelli non patrimoniali da "disservizio causato" e quelli non patrimoniali di immagine. La giudice ha invece respinto alcune istanze difensive sulla retrodatazione delle iscrizioni nel registro degli indagati.

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La difesa chiede trasferimento a Roma

La difesa di Santanchè, col legale Nicolò Pelanda, ha poi chiesto che il procedimento passi per competenza territoriale da Milano a Roma, sede dell'ente previdenziale: la gup Tiziana Gueli il 23 ottobre potrà decidere di accogliere o respingere l'istanza oppure di rimettere la questione davanti alla Cassazione. La stessa difesa, nell'eccezione sollevata, ha chiesto di riqualificare la truffa aggravata in "indebita percezione di erogazioni pubbliche".

Visibilia Editore propone patteggiamento

Nel frattempo, Visibilia Editore spa, imputata con Visibilia Concessionaria, ha proposto - assistita dall'avvocato Maurizio Riverditi e col via libera dei pm Marina Gravina e Luigi Luzi - di patteggiare. Alla spa, in particolare, viene contestata la Cig su sette dipendenti, per un totale di circa 36.600 euro, mentre a Concessionaria viene contestata la cassa su sei dipendenti per quasi 90mila euro. La spa, che è in amministrazione giudiziaria su disposizione nei mesi scorsi del Tribunale civile, ha proposto di sanare (i versamenti sono già in corso) i verbali di accertamenti e se il gup darà l'ok al patteggiamento non scatteranno interdizioni né confische. Nell'istanza di patteggiamento, con il parere favorevole della Procura, per la spa viene proposto il pagamento di una sanzione pecuniaria di 23mila euro, oltre al versamento dei soldi contestati nei verbali di accertamento dell'Inps. Da Visibilia Editore spa Santanchè ha dismesso cariche e quote nel 2022. Anche l'altra società, nel frattempo, ha preannunciato, da quanto si è saputo, che sanerà i verbali di accertamento.

Le accuse

Lo scorso 22 marzo era arrivata la notizia della chiusura delle indagini su questo filone del caso Visibilia, poi il 3 maggio la Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per Santanchè, Kunz, Paolo Giuseppe Concordia, collaboratore esterno con funzioni di gestione del personale di Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria, e le due stesse società. Secondo l’accusa, avrebbero chiesto e ottenuto “indebitamente” la cassa integrazione in deroga nel periodo della pandemia Covid per 13 dipendenti. A tutti e tre viene contestato di aver “dichiarato falsamente” che i lavoratori fossero in cassa “a zero ore” quando invece svolgevano le “proprie mansioni” da remoto. Poi ci sono le integrazioni che sarebbero state corrisposte per bilanciare le minori entrate della Cig rispetto allo stipendio: una “differenza”, scrivono i pm, che sarebbe stata corrisposta con “finti rimborsi per “note spese”. Secondo la ricostruzione dell'accusa, Santanchè, Kunz e Concordia sarebbero stati consapevoli di aver richiesto e ottenuto "indebitamente" la cassa integrazione in deroga. Le testimonianze dei 13 dipendenti, oltre agli esiti di una ispezione Inps e a una serie di accertamenti, sono state raccolte nel corso delle indagini: tutti, o quasi, avrebbero confermato che la ministra sapeva. Sarebbe stata a conoscenza, quindi, del fatto che stavano continuando a lavorare mentre l'istituto previdenziale versava i fondi stanziati durante l'emergenza: oltre 126mila euro, per un totale di oltre 20mila ore.

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Il filone del falso in bilancio

Quello che ha preso il via oggi è il secondo procedimento istruito dai pm milanesi in cui la senatrice rischia di finire a dibattimento. La scorsa settimana, infatti, ha preso il via l'udienza preliminare sulla tranche che vede Santanchè accusata di falso in bilancio insieme ad altre 16 persone tra cui Kunz, l'ex compagno Canio Giovanni Mazzaro, la sorella Fiorella Garnero e tre società della galassia da cui la senatrice di Fdi ha dismesso le cariche. La gup Anna Magelli ha dato il via libera all’imprenditore Giuseppe Zeno e ad altri due piccoli risparmiatori, rappresentati dagli avvocati Antonio Piantadosi e Nicla Castelluccio, ad entrare nel processo: potranno chiedere i danni limitatamente a un capo di imputazione ossia quello relativo all'ipotesi di false comunicazioni sociali di Visibilia Editore, società quotata in Borsa, l'unica di cui hanno le azioni. Entro la fine di novembre o al massimo ai primi di dicembre si saprà se la parlamentare di Fratelli d'Italia dovrà o meno affrontare il dibattimento. La discussione dei pm è stata rinviata al prossimo 17 ottobre e altre udienze sono state fissate per il 30 ottobre e il 21, 22, 25 e 26 novembre.

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