Il cold case sull’apparente femminicidio di Maria Luigia Borrelli del 5 settembre 1995 è arrivato a una svolta dopo trent'anni: è indagato un carrozziere di Marassi, quartiere genovese, incastrato dal Dna di un parente. La pm ne ha richiesto l’arresto, ma per il gip non c’è rischio di reiterazione
Il caso di Maria Luigia Borrelli detta “Antonella”, uccisa con un trapano conficcato nel collo il 5 settembre 1995 a Genova, dopo trent’anni è arrivato a una svolta. Per “il delitto del trapano” è indagato il 65enne Fortunato Verduci, carrozziere di Marassi, incastrato dalle prove del Dna di un parente in carcere per omicidio. La Procura ne ha richiesto l’arresto per il rischio di reiterazione, ma il gip non l'ha convalidato.
La Procura ha chiesto l’arresto di Verduci: “Può uccidere ancora”
La pm che ha seguito il caso sin dall’inizio, Patrizia Petruzziello, ha chiesto l’arresto di Verduci nell’atto di appello al Tribunale del Riesame di Genova, lunedì. L’indole violenta – emersa anche dagli atti relativi alla causa di separazione con la moglie, anche se lei non l’ha mai denunciato – secondo la Procura è un elemento che potrebbe indurlo a uccidere ancora. Inoltre, secondo Petruzziello, Verduci è era ed è tuttora ludopatico: proprio la ludopatia e il conseguente bisogno spasmodico di denaro furono, secondo l'accusa, il movente del delitto.
Il gip Lippini non convalida l’arresto: “non c’è rischio di reiterazione”
Il gip Alberto Lippini, però, non è dello stesso avviso: non ha ritenuto di dover ricorrere a misure cautelari. Pur riconoscendo “l’aggravante della crudeltà", ha evidenziato come il carrozziere all’epoca dei fatti fosse molto giovane: “Il primo dato evidente che salta agli occhi è dato dalla circostanza che sono trascorsi quasi trent’anni”, e “chiunque, a oltre 30 anni dai fatti è, in astratto, una persona diversa”, ha scritto il gip nel provvedimento. Verduci, inoltre, è “incensurato, non risultano carichi pendenti”. Per il giudice, gli elementi che dovrebbero delineare il rischio di reiterazione del reato “non sembrano sussistere”.
Udienza del Tribunale del Riesame fissata al 23 settembre
Petruzziello, però ha sottolineato che “le esigenze cautelari possono essere desunte dalle modalità intrinseche del fatto, anche se non ravvicinato e anche in presenza di incensuratezza, quando vi siano delle modalità di particolare ferocia e crudeltà che siano espressione di una personalità particolare dell’agente”. E ha richiamato così il caso di Yara Gambirasio, e il fatto che anche Bossetti sia stato arrestato a 4 anni dall’apertura delle indagini. Per gli Ermellini, nel suo caso, la gravità intrinseca del fatto prevaleva sul dato oggettivo che Bossetti fosse incensurato. La Procura – che ha ordinato nuovi accertamenti sul cold case nel 2022 - si è appellata al Tribunale del Riesame per ribadire la richiesta di arresto. L’udienza è fissata il 23 settembre.
I legali di Verduci: “Estraneo ai fatti”
Verduci ha detto ai suoi avvocati, Nicola Scodnik e Giovanni Ricco, di “essere totalmente estraneo ai fatti” di Genova del 1995.