Morto d'infarto Illia Golem, il bodybuilder 36enne seguiva una dieta da 16mila calorie

Cronaca

Sette pasti, 16mila e 500 calorie calorie al giorno e decine di ore di allenamento a settimana. Il cuore dell'atleta, provato da questi ritmi e dall'uso di farmaci, non ha retto

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Il mondo del culturismo piange una delle sue figure più conosciute. Illia Golem, morto questo giovedì 12 settembre per un infarto all'età di 36 anni, non si cimentava nelle competizioni di bodybuilding ma era diventato un'icona seguitissima sui social dove testimoniava il suo percorso e la sua trasformazione fisica.

Detto "Il Mutante", "La Bestia" e ancora "Il culturista più mostruoso al mondo", l'atleta bielorusso da anni si sottoponeva a sessioni di allenamento sfiancanti, con una dieta rigidissima e altamente pericolosa composta da sette pasti al giorno e 16mila e 500 calorie giornaliere, oltre a un uso smodato di farmaci, fenomeno così diffuso nella sua cateoria da essere considerato la normalità.

Golem ha avuto un attacco cardiaco in casa sua. Inutile il tentativo della moglie Anna di praticargli la rianimazione cardiopolmonare. "Ho pregato per tutto il tempo, sperando che Illia si riprendesse – ha detto la donna –. Ringrazio tutti per le condoglianze, è molto commovente realizzare che non sono stata lasciata sola in questo mondo e così tante persone mi hanno offerto aiuto e supporto". Il bielorusso è stato subito trasportato d'urgenza in ospedale in elicottero, ma non c'è stato niente da fare.

 

I risultati sportivi e il percorso sui social

Alto un metro e 85, Golem era arrivato a pesare addirittura 170 chili mantenendo comunque ottimi livelli di definizione. Nonostante non abbia mai partecipato a delle competizioni di bodybuilding, i numerosi video postati sui suoi canali social testimoniano i grandi volumi che era capace di sollevare: 274 chili di massimale in panca piana e 324 di stacco da terra. 

La sua idea era quella di motivare chi lo seguiva dimostrando dedizione oltre il pensabile: "La mia trasformazione è il risultato di anni di duro allenamento e disciplina, abbinati a una conoscenza della fisiologia dell'esercizio e della nutrizione. La mia missione è quella di infondere nelle persone un'etica del lavoro in modo che possano superare le proprie paure, per migliorare se stessi e chi li circonda".

Dedizione che lo ha però portato alla morte, a soli 36 anni, con un fisico e un cuore troppo affaticati per gestire i ritmi impossibili che si obbligava a seguire.

 

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