A causa dello schianto con un quad in Grecia, il giovane studente di Marino ha riportato emorragie interne, un trauma cranico e un trauma maxillofacciale. Nei giorni scorsi era diventato di dominio pubblico l'appello della madre che su Facebook aveva chiesto la possibilità di riportare in Italia il figlio con un volo di Stato, non autorizzato per le condizioni cliniche del giovane
Valerio Bianchi è tornato a casa e si trova, in coma, al Policlinico Tor Vergata di Roma, ricoverato nel reparto di terapia intensiva. Il 22enne di Marino, rimasto coinvolto in un incidente in quad in Grecia, è atterrato a Ciampino nella serata del 7 agosto. Dopo essere stato stabilizzato a Zante, era stato trasferito in condizioni gravissime nel reparto di rianimazione dell'ospedale Agios Savvas di Atene. A causa dello schianto ha riportato emorragie interne, un trauma cranico, un trauma maxillofacciale ed è in coma farmacologico dal giorno dell'incidente. Nei giorni scorsi era diventato di dominio pubblico l'appello della madre del giovane (infermiera dello stesso nosocomio capitolino dove oggi è ricoverato il figlio), che su Facebook aveva chiesto la possibilità di riportare in Italia il ragazzo con un volo di Stato, non autorizzato per le condizioni cliniche del giovane. La donna, allora, era volata ad Atene e ha pagato un volo privato con il supporto della Regione Lazio (per un contributo parziale sulla spesa di circa 21mila euro).
La lettera
“Mio figlio è in condizioni gravi ed è intrasportabile – aveva scritto la donna in una lunga lettera inviata all'ambasciata italiana ad Atene e al presidente della Repubblica Sergio Mattarella - dall'Olimpo dell'Italia mi hanno negato la possibilità di un aiuto per il trasporto sanitario. L'unica cosa che ho ottenuto è una lista di ditte private con preventivi che variano dalla vendita di un rene a quello di un fegato”. Da Palazzo Chigi il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Alfredo Mantovano, aveva dato il via libera per un volo di stato già martedì scorso ma il problema per l'Aeronautica militare, che si occupa di queste emergenze, era il quadro clinico del ferito che risultava ancora piuttosto complicato. Da qui la decisione della famiglia di noleggiare un'aeroambulanza privata.