Nuovo appello della famiglia del 25enne trovato senza vita dopo avere partecipato a un rito sciamanico. "Questa omertà deve finire". L'ipotesi di un "patto del silenzio" tra i partecipanti per ostacolare le indagini
"È ora di conoscere verità sulla morte di Alex. Non crediamo all’incidente. Questa omertà deve finire. Chi sa parli". Sono trascorsi 38 giorni dalla morte di Alex Marangon, il barman 25enne di Marcon (Venezia) il cui corpo è stato trovato, il 2 luglio scorso, su un isolotto a una decina di chilometri dall’abbazia di Santa Bona, a Vidor (Treviso) dove il giovane aveva preso parte, tra il 28 e 30 giugno, a un incontro spirituale sotto la guida di due curanderi colombiani. I genitori Luca Marangon e Sabrina Bosser, sostenuti dagli amici del figlio, sono convinti che qualcuno gli abbia fatto del male e che ora, tra i partecipanti, ci sia il timore di raccontare la verità. Ecco perché, ha spiegato il padre al Corriere della Sera, "è importante tenere vivo il ricordo di Alex anche attraverso una serie di iniziative che sta organizzando chi gli voleva bene e non crede alla tesi di una morte causata da un incidente".
L'ipotesi dell'incidente resta al vaglio degli inquirenti
I dubbi dei familiari di Marangon sulla sua tragica fine non si sono mai dissipati. Nessuno dei presenti quella notte nell’abbazia di Vidor, infatti, avrebbe fornito una versione capace di rimettere a posto tutti i tasselli di una vicenda ancora poco chiara, né di darne di nuovi per provare a riavvolgere il nastro della storia e arrivare alla verità sul decesso del 25enne. Il padre e la madre di Alex Marangon credono che tra i partecipanti al rito sciamanico, dopo la scomparsa del figlio, si sia creata una sorta di “alleanza” per tacere e non svelare la reale entità di quanto accaduto. Un “patto di silenzio”, per paura o per proteggere i presunti responsabili della morte del ragazzo, che ancora oggi impedirebbe di risolvere il giallo. I genitori non credono all’incidente, tra le ipotesi comunque al vaglio nell’inchiesta aperta a carico di ignoti.