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Scampia, cede ballatoio: donna muore in ospedale, è la terza vittima. Cosa sappiamo

Cronaca
©Ansa

La tragedia nella serata di lunedì: la struttura nella Vela Celeste è crollata dal terzo piano. Il bilancio è di tre morti, un uomo di 29 anni e una donna di 35, a cui oggi si è aggiunta una 53enne. Sono 12 i feriti. Due bimbe di 7 e 4 anni sono ricoverate in gravissime condizioni all'ospedale Santobono. Ottocento persone sono state evacuate dalle loro case, 300 sono minori, sistemate in strutture di accoglienza. Occupate aule dell'università per protesta. La Procura indaga per crollo e omicidio colposo

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Sale a 3 il numero delle vittime del cedimento - per cause ancora da accertare - di un ponte-ballatoio al terzo piano della Vela celeste, uno dei palazzi di Scampia divenuti simbolo del degrado in cui versa la periferia a nord di Napoli. All'ospedale Cardarelli è deceduta Patrizia Della Ragione, 53 anni. Era stata ricoverata per un politrauma, aveva riportato anche la frattura della milza e del bacino. Patrizia Della Ragione era la madre di Roberto Abbruzzo, la prima vittima del crollo, di 29 anni. L'altra vittima, Margherita Della Ragione, 35 anni, era la nipote della donna deceduta oggi. Giuseppe e Luisa Abbruzzo, rispettivamente di 34 e 23 anni, figli di Patrizia Della Ragione, sono ricoverati nell'Ospedale del Mare, Giuseppe in gravi condizioni. La donna deceduta era la nonna di quattro delle sette bambine ricoverate nell'ospedale pediatrico Santobono. I feriti sono in tutto 12. Due bimbe sono in prognosi riservata e altre due donne gravi. La procura di Napoli, intanto, ha aperto una indagine contro ignoti: crollo colposo e omicidio colposo le ipotesi di reato. "È una tragedia immane. Esprimo la mia vicinanza e solidarietà alla famiglia della vittima - ha detto il prefetto di Napoli, Michele di Bari, nel corso dell'incontro con la stampa - Preghiamo perchè i bambini e gli adulti ricoverati possano uscire presto dall'ospedale augurando una pronta guarigione".

Prefetto Napoli: "Situazione a Scampia va presa con forza"

"La situazione che stiamo vivendo, giorno dopo giorno, va presa davvero con forza, con vigore perché simili tragedie non possano più accadere", ha detto ancora il prefetto di Napoli, ricordando che "sono in corso le verifiche, 300 persone possono già entrare negli alloggi e altre lo potranno fare tra 10, al massimo 15 giorni". Di Bari ha riferito che anche le persone che sono all'interno della sede Scampia dell'Università Federico II "avranno tutti i comfort possibili: brandine, docce e altro" e ha ricordato che "ci sono strutture già attrezzate" e che anche la chiesa locale "si sta muovendo bene con grane impeto di solidarietà così come il Terzo settore, la Regione Campania, il Comune di Napoli". "Il pubblico ha l'obbligo giuridico, ma credo anche etico di garantire strutture alloggiative alternative adeguate. Noi garantiamo attraverso il pubblico e il privato anche i pasti, i kit igienico sanitari", ha aggiunto.

La dinamica

La tragedia è avvenuta lunedì in tarda serata. Secondo alcune testimonianze al vaglio degli inquirenti ci sarebbe stato un litigio per futili motivi tra nuclei familiari imparentati tra loro, intorno alle ore 23. In tanti, richiamati dagli schiamazzi, si sono accalcati sulla scala metallica, già fatiscente, che faceva da spartiacque tra le due ali del fabbricato, una sorta di ponte ballatoio. Almeno quindici le persone che si trovavano sulla struttura che ha ceduto sotto il loro peso: otto adulti e sette minorenni. Dal terzo piano, hanno fatto un volo di diversi metri.

I feriti

In ospedale 5 adulti, tra cui una donna che pur presentando un quadro estremamente grave, si trova in una condizione stabile. Sette le bimbe in codice rosso ricoverate all'ospedale Santobono: la più grande ha 10 anni, le due più piccole solo 2. Due di loro - 7 e 4 anni - sono ricoverate in prognosi riservata a causa delle lesioni multiple al cranio: sottoposte ad operazione, sono quelle che preoccupano di più. Restano stabili, seppur molto gravi, le loro condizioni. Le due piccole pazienti, che sin dai primi momenti si sono presentate come i casi più complessi, sono sempre ricoverate in rianimazione con prognosi riservata, e presentano condizioni stabili pur nell'estrema gravità. Le altre tre piccole pazienti, rispettivamente di 10, 2 e 9 anni, ricoverate in ortopedia, secondo quanto si legge nel bollettino del Santobono, sono state sottoposte tutte e tre ad intervento chirurgico e sono al momento stabili. 

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L’evacuazione

L'edificio è stato fatto evacuare, circa 800 persone (di cui trecento minori) hanno lasciato casa. Per loro si sono aperte le porte di amici e parenti ma anche di scuole e palestre. Dagli sfollati la richiesta di poter accedere a un alloggio vero e non di fortuna, magari sfruttando le case requisite alla camorra. E nel pomeriggio è scattata l'occupazione della vicina università. Tutto ciò in attesa che le verifiche tecniche predisposte restituiscano l'agibilità della struttura. La Vela Celeste è una delle ultime rimaste in piedi a Scampia dopo l'abbattimento delle altre Vele. Ad aprile scorso è stato annunciato il piano di rigenerazione urbana dell'amministrazione comunale con i lavori di riqualificazione proprio della Vela Celeste finanziati per circa 18 milioni di euro. I primi lavori, effettuati a inizio anno, hanno riguardato il seminterrato e il piano terra. "Ma non c'è nessuna relazione - dice il sindaco Manfredi - tra le attività in corso e il crollo che è avvenuto a quote alte". Tesi invece portata avanti dagli abitanti: "con quei lavori - dicono - tremava tutto".

Le reazioni

"Questa è una tragedia annunciata”, ha detto in un'intervista al QN don Maurizio Patriciello, il sacerdote di Caivano, simbolo delle periferie campane. Una tragedia che secondo il sacerdote svela "tanto. Tantissimo. Errori in sequenza ininterrotta. Come si è potuto pensare di ammassare migliaia di famiglie in un'area priva di servizi, dentro un progetto fallimentare sin dalla sua concezione? - prosegue -. Persino la beffa delle passerelle che dovevano richiamare i vicoli di Napoli. Come quella che è crollata". E tutto è accaduto proprio nella Vela azzurra, quella in ristrutturazione che sarà salvata. "Io queste Vele le abbatterei tutte. Compresa l'azzurra. Come può diventare l'icona della riqualificazione dopo la tragedia? Naturalmente sperando che il bilancio di morte non si aggravi", aggiunge. Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ha invece detto che "il problema non sono gli abitanti, ma è una società che spesso si è dimenticata di queste persone. Ci sono stati tanti anni di camorra, di degrado e adesso è venuto il momento in cui lo Stato deve dare una risposta concreta, definitiva e rapida".

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Comitato chiede task-force per riqualificazione

Il Comitato Vele chiede la costituzione di una task-force per la messa in sicurezza della Vela celeste, per nuovi alloggi e per abbattere le Vele gialla e rossa. Gli attivisti del comitato si rivolgono alle istituzioni locali ed europee, e ai partiti. In ogni occasione e da anni "gridiamo alle istituzioni che non c'è tempo da perdere" e che "il popolo delle Vele non può aspettare". "Lo gridiamo non solo perché una casa dignitosa è un diritto essenziale per tutti, ma perché - sostengono annunciando la mobilitazione - nessuno meglio di noi conosce le condizioni di estrema precarietà e fragilità in cui versano le Vele, diventate un campo di battaglia per le forze politiche avverse, che hanno rallentato il compimento del processo" di riqualificazione" e ciò che è accaduto "non può in alcun modo rappresentare un motivo di rallentamento di un processo che va anzi velocizzato". Intanto sono stati allestiti punti di raccolta di beni di prima necessità, organizzati dal Comitato Vele e anche da associazioni e artisti, in segno di solidarietà e per aiutare le famiglie sfollate. 

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