La donna 56enne e il figlio non erano rientrati a casa a Vallarsa dopo una giornata al lago, e il compagno aveva lanciato l’allarme. Stamattina erano stati rinvenuti sulla spiaggia i loro asciugami, i vestiti e le borse, in un punto dove l’acqua è profonda e soggetta a forti correnti, nella zona tra Punta Lido e la spiaggia Sabbioni
Sono stati trovati nel lago i corpi di madre e figlio, 56 e 19 anni, che risultavano dispersi da ieri a Riva del Garda, in Trentino. I due dopo una giornata trascorsa al lago non erano rientrati a casa a Vallarsa e il compagno aveva chiamato i carabinieri denunciandone la scomparsa. A recuperare i cadaveri di Hanna Shabratska e di suo figlio Alex Oleksiy, a circa 18 metri di profondità, sono stati i sommozzatori dei Vigili del fuoco permanenti di Trento. I corpi sono stati portati all'obitorio, a disposizione del pubblico ministero di turno, che cercherà di ricostruire la dinamica dell'accaduto. "Erano nella nostra comunità da un paio di anni. Persone educatissime e per bene. Ho salutato la signora solo l'altroieri. Mi sembrava impossibile quando mi hanno detto che non la trovavano più", ha spiegato il sindaco del Comune di Vallarsa, Luca Costa.
Ripresi dalle telecamere
Madre e figlio, di origine ucraina, erano stati ripresi l’ultima volta da alcune telecamere intorno alle 11.20 di martedì, mentre stavano entrando in acqua. Le ricerche, come da accertamenti sulle celle telefoniche della localizzazione dei telefoni cellulari, si sono concentrate nella zona tra Punta Lido e la spiaggia Sabbioni. Stamattina erano stati trovati sulla spiaggia i loro asciugami, i vestiti e le borse, in un punto dove l’acqua è profonda e soggetta a forti correnti. Sul posto hanno lavorato i carabinieri della compagnia di Riva del Garda, la Guardia costiera, i vigili del fuoco di Riva del Garda con i sub del Corpo permanente dei vigili del fuoco e la polizia di Stato.
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La fuga dall’Ucraina
La donna e il figlio erano venuti in Italia due anni fa per scappare dalla guerra. Lei ha conosciuto il compagno tramite i social quando ancora si trovava in Donbass, e lui l’ha convinta a trasferirsi nel nostro Paese invece che in Polonia e l’ha ospitata.
Sima: "Ogni anno in Italia circa 400 persone muoiono annegate"
Solo nel periodo che va dall'1 giugno al 17 luglio si contano già 19 cadaveri rinvenuti nei fiumi e nei laghi italiani, poco meno di una vittima ogni due giorni. Il dato arriva dalla Società italiana di medicina ambientale (Sima) che, intervenendo sul caso di mamma e figlio scomparsi sul lago di Garda, chiede "maggiore prevenzione e più controlli sul territorio". "Ogni anno nel nostro Paese sono circa 400 le persone che muoiono annegate in acqua (mare, laghi, fiumi, torrenti), mentre nel mondo i decessi per annegamento ammontano a 2,5 milioni solo nell'ultimo decennio - stima Sima - Ogni anno nel mondo 236mila persone muoiono per annegamento: gli incidenti avvengono in mare aperto, nei fiumi ma anche in piscine alte pochi centimetri e nelle vasche da bagno di casa. Le vittime più frequenti, secondo l'Oms, sono i bambini tra 1 e 4 anni, seguiti da quelli di età compresa tra 5 e 9 anni". "Le acque interne di fiumi e laghi possono nascondere grandi insidie. Da un lato mulinelli d'acqua e correnti nei fiumi, dall'altro fondali improvvisamente profondi dei laghi e difficoltà a risalire a riva, quando questa è rocciosa, causata da alghe adese alla pietra che la rendono scivolosa - afferma in una nota il presidente Sima Alessandro Miani - I numeri sui decessi ci dicono che serve più prevenzione in Italia, promuovendo nella popolazione una maggiore consapevolezza circa le norme base di sicurezza e incrementando controlli e divieti".