Emilio Messina, guida Etna: "Com'è bello lavorare su vulcano attivo"

Cronaca
Giuditta Avellina

Giuditta Avellina

Credits: Emilio Messina

Emilio Messina è una delle guide naturalistiche più accreditate sull'Etna. Al vulcano attivo più alto d'Europa lo lega "un senso di appartenenza, la possibilità di esplorarlo in lungo e in largo e trovarlo sempre nuove, raccontare ai turisti una storia di fuoco che parte dall'acqua del mare". E anche in questa ennesima estate di fuoco, eruzioni, parossismi, la "montagna" siciliana continua a regalare spettacoli esplosivamente affascinanti

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"Spesso noi siciliani sottovalutiamo quanto sia sorprendente vivere sul vulcano attivo più alto d'Europa. Ci sembra scontato avere a che fare con il fuoco, convivere con i suoi improvvisi cambi d'umore, vederne cambiare la morfologia. Ma farlo sull' Etna è una sorpresa sempre nuova che amo far scoprire a tutto il mondo". Emilio Messina è da più di un decennio un punto di riferimento sull'isola. Guida naturalistica, fotografo, videomaker, è particolarmente attivo anche sui social dove fa attività di divulgazione anche dal suo profilo Instagram @emiliomessinaphotography. Tra le sue pubblicazioni c'è anche un libro "Etna Family Trekking, miniguida per escursioni in famiglia” nato insieme a Bianca Caccamese e che racconta i più bei sentieri dell’Etna da esplorare con i più piccoli. Ma Emilio ha anche collaborato con realtà internazionali come il National Geographic o il New York Times e brand del calibro di Huawei e Xiaomi. Cosa vuol dire, dunque, far scoprire al mondo la bellezza maestosa e orrorifica dell'Etna?

Emilio, perchè questa passione per l'Etna?

Per chi è isolano come me, questa passione è insita nel dna. L'ho unita all'amore per la fotografia, alla voglia di catturarne ogni respiro, ogni cambiamento morfologico. Da piccolo erano i miei che mi portavano su, da grande ho iniziato io ad appassionarmi. Sono diventato guida naturalistica, ho iniziato a investire in attrezzature sempre più professionalizzanti e a immortalare questa "montagna"  che modifica se stessa nell'arco di pochissimi giorni. Esplorarla è come guardare al nostro pianeta milioni di anni fa, quando ha iniziato a formarsi. Così, tra un canyon di Pantalica e le cascate dei Nebrodi, ho scoperto che questa bellezza etnea volevo farla scoprire al mondo.  Oggi lo racconto ai turisti e formo nuove guide naturalistiche, anche questo è una sorta di processo magmatico. 

 

Che valore aggiunto ha farlo proprio sull'Etna?

 

Approfondire la vulcanologia e la geologia, far comprendere che il vulcano non è solo eruzioni. Ma è anche raccontare che questo fuoco nasce dal Mar Ionio, da Acitrezza ad esempio e poi sale su sino a Zafferana, Nicolosi e arriva ai boschi centenari che vivono qui da 700-800 anni, ancheda oltre 2000 anni se pensi al castagno dei 100 cavalli.

 

 

Un lavoro di squadra, tra l'altro...

 

Sì, condiviso con le guide vulcanologiche e alpine. Insieme a loro mi sono spinto fino a 3340 metri, solo 20 metri in meno rispetto alla vetta.  E ogni volta che esploro, mi innamoro di questo posto che cambia continuamente. Non hai neanche il tempo di affezionarti ai luoghi che muta, c'è sempre questo movimento costante.

 

Cosa amano scoprire i turisti in visita all'Etna?

Gli americani preferiscono il trekking, i popoli più mediterranei preferiscono fare i tour con i mezzi, o scoprire gastronomia e tradizioni ad essa connesse. Io li porto in fuoristrada a scoprire i paesini, fargli vedere la colata lavica del 92 che si è avvicinata a Zafferana e stava potenzialmente per distruggerla. O fargli scoprire la grotta della Neve dove fino ai primi del Novecento si accumulava neve all'interno e poi si estraeva il ghiaccio d'estate per andarlo a vendere ai nobili al porto di Catania. Oppure mostrargli i crateri laterali -  i crateri a bassa quota a 1600 metri - e spiegargli cosa significa anche un'eruzione laterale, perchè è più pericolosa. Oppure gli faccio vedere gli alberi secolari, li porto sino a dove arrivano le strade asfaltate, a Piano Provenzana, a 1900 metri e magari gli racconto dell'ultima eruzione che distrusse tutto nel 2002.

Richieste particolari che ti ha fatto un turista in visita all'Etna?

Una volta un signore ha chiesto alla moglie di prendere un mucchietto di sabbia vulcanica e buttargliela addosso. Voleva provare la sensazione di quello che provano qui gli abitanti. Poi è stato bellissimo, settimana scorsa, vedere questo piccolo cono all'interno del Cratere voragine che faceva un po' di attività stromboliana debole. Ci siamo avvicinati a circa 200 metri da questo cono e da lì si è creata una cascata di lava, letteralmente che cadeva all'interno di un altro dei crateri sommitali, quindi usciva da un cratere. Si trova dentro un altro formando questa cascata con brandelli spettacolari. Un'emozione. 

 

Di questi tempi le eruzioni sono più frequenti. Qualcuno ha paura?

Non più di tanto. Lavoriamo a stretto contatto con le guide vulcanologiche, siamo in grado di prevedere gran parte dei rischi coordinandoci con l'Istituto di Geofisica e Vulcanologia.

 

Ma d'estate l'Etna è più attiva, viste le recenti eruzioni?

 

Non c'è una correlazione tra estate e inverno. Solo che d'inverno, col maltempo e con le nuvole è più ostica la visibilità. 

 

E ora cosa sta accadendo, se dovessi raccontarlo in termini semplici?

Nella sommità i crateri sommitali sono quattro: il cratere di sud est che è stato il più attivo negli ultimi tre anni e quello che è cresciuto di quasi 60 metri, il cratere di nord-est che è quiescente da un po' e ci sono bocche nuove e Voragine che sono all'interno del vecchio cratere centrale. Proprio il cratere Voragine alcuni giorni fa si è leggermente aperto: da lì fuoriuscivano brandelli di lava all'inizio. Poi, in pochi giorni, ha raggiunto 15 metri e, poco dopo, l'attività si è trasformata in un parossismo, un fenomeno che genera fontane di lava visibili a chilometri e alte anche un chilometro. Nessun pericolo concreto, in realtà. Solo disagio per la sabbia vulcanica che invade tutto. 

 

E poi?

A seguito di questi parossismi il cratere Voragine ha inghiottito letteralmente il cratere Bocca Nuova che oggi non esiste più, è stato tappato completamente. La Voragine ha superato in altezza Il cratere di sud-est che era la vecchia cima dell'Etna. La notizia, dunque, è che oggi questo vulcano è più alto ed è arrivato a 3369 mt

 

E ora cosa accadrà?

L'Etna è imprevedibile. Potrebbe riprendere l'attività o fermarsi. Ma l'attività turistica può continuare tranquillamente, basta sempre coordinarsi con chi monitra. 

 

Cosa ti piace del tuo lavoro?

Fare rete. Io sono particolarmente grato a Carmelo Cavallaro, per me è il punto di riferimento sull'Etna, una delle guide alpine Più anziane e  un amico vero, un fratello. Collaboriamo, ci scambiamo notizie, è stimolante. 

 

La tua foto più bella?

 

Due anni fa l'Etna fece un'eruzione molto particolare e da queste eruzioni uscì un fulmine. Immagina un fulmine che esce da un vulcano. La mia foto ha fatto il giro del mondo: dal New York Times al Daily Mirror.

 

Hai mai paura di esplorare il vulcano?

 

Non puoi, devi esserre un punto di riferimento per i turisti, mantenere la lucidità assoluta qualsiasi cosa stia succedendo. Solo una volta, nel il 2018, ho avuto timore. Stavo fotografando Una piccola frattura dentro la Valle del Bove, ero sul sentiero Schiena dell'Asino. Mentre ero lì è partito il terremoto che fece grandi danni a Fleri, vicino Acireale. Si muoveva tutto come fosse gelatina, mi sono sentito il terreno mancare sotto i piedi. 

 

La foto che non hai ancora fatto e ti piacerebbe fare?

 

Mi piacerebbe mandare uno dei miei droni su una delle bocche proprio perpendicolari del vulcano e vedere cosa c'è lì sotto o scoprire le grotte di ghiaccio che non ho ancora visto. 

 

Cosa vuol dire per te essere guida di un vulcano?

Significa imprinting, legame assoluto con la natura.

 

 

Il tuo luogo del cuore sull'Etna?

Un faggio secolare di circa 400 anni, nella parte nord dell'Etna. Stare lì sotto per me è ossigeno, senti la potenza e la maestosità di arbusti che hanno resistito a qualsiasi cosa. Bello vedere come un faggio secolare cambia durante le stagioni, è come guardare idealmente al ciclo della vita. In fondo è tutto un magma. Un vivere, essere abbatuti, resistere e rinascere, no?

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